VATICANO E DINTORNI |
Sodano prova a regnare |
Il Tevere non è mai stato stretto come negli anni del declino wojtyliano ed ora che il papa, gravemente malato, non può più tenere i vertici vaticani sotto il suo controllo, il cardinal Sodano, amante della buona tavola e delle belle celebrazioni, ecclesiastiche e mondane, nonché Segretario di Stato, prova a regnare. Sodano sa che sarà un regno breve, un regno come quello dei principi di questo mondo, e cerca di bruciare le tappe. Si spiega così la sua pronta accoglienza, se non la sua sollecitazione, delle richieste d’udienza dei candidati alle prossime elezioni. Rutelli in primis, e Berlusconi a ruota, gli altri a breve distanza. La Segreteria di Stato vuole informarsi e dire la sua sui programmi elettorali della primavera prossima, nella speranza di condizionarli e di stendere l’ombra del suo patronato sul futuro vincitore. Qualche prelato maligno ricorda in proposito la parabola dell’amministratore infedele che, in vista di un possibile allontanamento, si fa amici tra coloro che contano con il «mammona d’iniquità» (Lc 16, 1-9). È più facile pensare che Sodano voglia scavalcare la politica sottotono e sottobanco di Ruini per mettersi lui a capo della controriforma anti-conciliare, che ha il suo perno nel ritorno alla presenza massiccia della Chiesa nel sociale e nel politico. Non stupisce che certi settori del cattolicesimo italiano abbiano accolto con favore tale intervento, e che altri lo critichino più o meno apertamente. I vescovi e i laici che si riconoscono nel Concilio non possono, infatti, che sentirlo come una grave ferita alla propria esperienza di fede e di chiesa (cfr. l’articolo di Pietro Scoppola su la repubblica del 22 febbraio). Ciò che stupisce è che Rutelli abbia accettato come naturale tale ingerenza vaticana negli sviluppi della vita democratica italiana e, per dubbio tornaconto elettorale, si sia prestato ai giochi di potere del cardinal Sodano. Confortano invece al proposito l’intervento, di Ciampi e quello del vecchio Scalfaro. [ ] |