LETTERE |
La pagliuzza e la trave |
Probabilmente gli uomini del Vaticano si esentano da questo ammonimento evangelico se, per l’inquinamento elettromagnetico di Radio Vaticana, si nascondono dietro il dito del pregiudizio laico verso l’informazione religiosa, o abbracciano i tanto vituperati potentati della scienza sulla non dimostrabilità del pericolo elettrosmog, e relegano la «difesa della vita» in un ambito discrezionale. Se poi qualche ministro meno compiacente intima l’osservanza della legge, si appellano all’extraterritorialità. Ma questa non vale quando c’è da intervenire nel dibattito politico italiano. Se la causalità dell’elettrosmog sulle malattie fosse dimostrata, dovrebbero forse seguire altre scuse del Papa.
Avrei una proposta al riguardo, tenendo conto del fatto che gli abitanti del luogo non rischiano solo malattie, ma anche la perdita di valore del loro immobile. Immagino la difficoltà di molti di loro a trasferirsi altrove. Perché le autorità italiane, così solerti nel trovare un accomodamento col Vaticano, non riconoscono un giusto indennizzo alle famiglie più esposte? Radio Vaticana potrebbe acquistare le abitazioni anche per dare un esempio ai suoi detrattori, con buona pace di tutti. Giampiero Fasoli |
Nobiltà |
Il vostro giornale nelle varie pagine che lo compongono esprime faziosità, odio di classe e invidia sociale. Il voto popolare per voi è cosa di nessun conto. L’unico scopo a cui tendete è il voler delegittimare Berlusconi in modo acido e astioso. Questa è la carità, l’amore e la giustizia che predicate? Finalmente in Italia, e confido per molto tempo, il catto-comunismo ha avuto una decisiva frenata. I predicatori con poco ascolto, i varii Bobbio, Benigni, Travaglio, Biagi con il loro conformismo di sinistra hanno ottenuto l’effetto opposto e sono stati sonoramente battuti. L’articolo su mio fratello ben scritto ma tacendo la sua componente e la sua signorilità di cattolico liberale monarchico non è in sintonia col resto del giornale. Mi firmo: Un italiano che ha fiducia in Berlusconi e nella Casa delle libertà. Enrico Prunas Tola Siamo contenti che Le sia piaciuto abbastanza l’articolo (nel n.281; n.d.r.) su don Alberto, il quale era abbonato al foglio e lo citava talvolta nelle sue riflessioni. Dicevamo qualcosa della sua nobiltà sociale quando morì (nel n.259). Riteniamo di poter dire che proprio la sua grande nobiltà spirituale, che lo avvicinava più agli ultimi disgraziati che ai monarchi vecchi e nuovi, lo avrebbe tenuto radicalmente lontano dalla volgarità della propaganda e delle idee berlusconiane. |