SCELTE
Solo i pacifisti sono dalla parte dell’America
Malgrado la demenziale propaganda delle tivù (ormai tutte a reti unificate dal Grande Silvio), non viene da simpatizzare per gli americani. Rinserrati in preda al panico nei loro palazzi non più invulnerabili, spavaldi nel bombardare povere capanne, complici delle repressioni di Sharon. L’America è dunque l’Amerika?

Amiamo l’America.

Abbiamo ancora tanto da imparare dall’America. Le dobbiamo la prima proclamazione politica dell’uguaglianza delle persone e dei diritti inalienabili del Cittadino e la definizione del governo come espressione del consenso. Terra di libertà civile e religiosa per noi europei. Popolo che ci ha liberato dal nazifascismo e che ci ha protetto dalle aberrazioni staliniane.

Ma non solo. Noi conosciamo, attraverso la storia e la cronaca, tanti aspetti di intolleranza, di razzismo, di ferocia, di imperialismo di cui si sono resi colpevoli spesso gli americani all’interno come all’estero. Ma non dimentichiamo che in America la grande maggioranza della popolazione testimonia invece la possibilità di una convivenza tra etnie, religioni, tradizioni molto diverse, segno profetico per un futuro di pace. Non dimentichiamo che, proprio nella culla del consumismo, possiamo trovare l’esempio di milioni di persone che scelgono la sobrietà volontaria (Alan Durning, Quanto basta? Angeli, pp. 133-143).

E non dimentichiamo la pagina più gloriosa della recente storia americana, la guerra del Vietnam. Quanti popoli hanno dato una tale eroica testimonianza di autocritica? Noi in Italia siamo pronti a riabilitare i combattenti di Salò. Rifiutiamo invece la riabilitazione dei neutralisti, dei disertori, delle vittime dei tribunali militari. Nessuna giunta “di Sinistra” ha mai osato proporre a Torino una piccola lapide a ricordo delle vittime della sommossa antimilitarista dell’agosto 1917...

Quanti film americani hanno coraggiosamente denunciato le violenze commesse, direttamente o indirettamente, dagli stessi americani all’estero oppure nei confronti dei neri e degli indiani! Quanti film hanno denunciato il clima di caccia alle streghe dell’America maccartista! Aspettiamo invano un film sulle atrocità commesse da criminali italiani nelle lotte per l’unità d’Italia nell’Ottocento o nel Novecento, in Africa, o nei Balcani. Aspettiamo film sul clima di intolleranza (da entrambe le parti) che regnava nell’Italia del dopoguerra. Tutti noi, cristiani, comunisti, liberali, ecc. abbiamo sempre paura di perdere la faccia con l’ammettere i nostri errori. Prima di criticare l’America, guardiamo nel nostro occhio.

Siamo tutti amerikani.

Ma ora, dopo le tragedie di queste ultime settimane, come possiamo essere “vicini” agli americani? Come possono i pacifisti europei solidalizzare con chi inneggia a Bush? Come possono, in nome di una giustissima lotta al terrorismo, appoggiare azioni che, anche se giungessero alla sconfitta dei Talebani ed all’eliminazione di Bin Laden, non farebbero che creare nuovi Talebani, nuovi Bin Laden? Bin Bush ha dichiarato, col viso seriosissimo, che la guerra finirà quando sarà eliminato l’ultimo terrorista! Quando allora? Tra diecimila anni? Come possono i pacifisti (molto meno ingenui di chi si crede tanto realista) non sorridere davanti alle patetiche esibizioni di un uomo così limitato?

È vero, la maggioranza degli americani appoggia il Presidente Ayatollah. Ma, negli anni Trenta, la maggioranza degli italiani andava in estasi davanti alle scemenze del duce. Dobbiamo toglierci dalla testa il comodo dogma secondo cui il popolo ha sempre ragione. Dobbiamo per esempio deporre il rispetto reverenziale che ci impedisce di dire che i palestinesi, dopo anni di sacrifici, sono riusciti solo a distruggere il pacifismo ed il moderatismo israeliano ed a portare al potere Bin Sharon.

E chi di noi non ha fatto errori nelle scelte politiche e nella vita privata? Gli americani, diciamo pure gli amerikani, sono la nazione più ricca e più potente del mondo, e molto spesso lo fanno pesare in modo opprimente. E noi come ci comporteremmo se incarnassimo la superpotenza amerikana? Chi di noi non ha subìto il fascino perverso della ricchezza e del potere? Chi di noi non ha approfittato di qualche posizione di superiorità (sociale, economica, culturale, psicologica, di immagine...) per imporsi su persone povere, ignoranti, poco “grintose”?

Chi non ha mai peccato di “amerikanismo” scagli la prima pietra.

Salviamo l’America.

Per i pacifisti, il dialogo con l’Islam non è sempre facile. Ma appare ancora più problematico il dialogo con la maggioranza del popolo americano. Eppure solo i pacifisti stanno dalla parte dell’America. Non è un paradosso, è una situazione che spesso si è verificata nella realtà. I pochi antifascisti italiani (come i pochissimi antinazisti tedeschi) erano gli unici a difendere la Patria, mentre coloro che parlavano sempre di Patria lavoravano accanitamente per la completa distruzione della loro Patria.

Solo i pacifisti possono ricordare all’America che non può togliere all’Onu ogni vero potere 
arrogandosi il diritto di dirigere il mondo: la Società delle Nazioni era stata voluta da Wilson! L’Uguaglianza, la libera e pacifica convivenza tra più etnie, sono un tesoro che l’America deve comunicare al Mondo. Noi europei, noi americani, siamo una minoranza nel mondo. E sempre più ci dobbiamo rendere conto che il mondo si salva o si distrugge assieme. Uno dei primi atti della presidenza Bush è stato il delinquenziale rifiuto dei pur moderati accordi di Kyoto per la difesa del clima. È stato un attacco al Mondo in nome del fondamentalismo consumista; ma anche, di conseguenza, un attacco all’America, che ha preceduto quello delle Torri, opera di fondamentalisti solo apparentemente opposti.

Il Kamikaze Bush, con la sua folle reazione ai Kamikaze suoi gemelli, sta facendo sì che vengano reclutati milioni di Kamikaze, dalla Nigeria all’Indonesia, dal Pakistan alla Palestina.

Salviamo l’America dall’attacco di Bush e dei suoi discepoli.

Dario Oitana


 
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