La tassa più iniqua

Una notizia sconvolgente viene riportata da «La Stampa» dell’11 dicembre 2002 (p. 19): «Il saldo a fine 2002 della raccolta
pubblicitaria è di circa 15.900 milioni di euro».

Dividendo la cifra per 56 milioni (la popolazione italiana), ne viene che ogni italiano (dal neonato al centenario) ha speso nel 2002 circa 284 euro; e una famiglia di 4 persone ha dovuto pagare ai pubblicitari una tassa di 1.136 euro, circa 2 milioni e 200 mila vecchie lire, insomma un mese di uno stipendio medio. La notizia (come tutte le notizie sensazionali) viene rivestita di tuta mimetica e pubblicata senza alcun rilievo. Il titolo suona beffardamente: «Pubblicità meno peggio del previsto».

È una tassa che si abbatte indisciminatamente su tutte le famiglie, che sfugge a ogni controllo democratico, che ha come scopo la creazione di falsa informazione, falsi bisogni e vero malessere. E nessuno si sogna di protestare.

Dario Oitana


 
 
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