UTOPIE
La tivù dei miei sogni

Ci è ancora consentito di sognare nel buio della notte berlusconiana? Sì, sognare non è ancora proibito. Lasciatemi perciò fare un sogno.

Come per incanto, sorge un’emittente tivù a diffusione nazionale. Una tivù libera dalla schiavitù del mercato, dell’audience, della pubblicità; libera dall’invadenza degli spacciatori di luoghi comuni, siano essi giornalisti, opinionisti, pubblicitari, presentatori, divi dello spettacolo e dello sport, superesperti in ogni campo dello scibile, politici... in generale tutte le persone di successo ed il cui successo è dovuto alla loro capacità di parlare alla  parte peggiore, alla parte più pigra della nostra psiche. Una tivù capace di raggiungere la massa di sudditi abulici ed acritici e trasformarla in una comunità di cittadini responsabili. È possibile fornire qualche esempio di come potrebbero essere i programmi di questa tivù immaginaria.

Le notizie politiche

Ridurre al minimo le informazioni sulle polemiche tra i partiti. Decodificare i messaggi dei politici smascherando le loro grossolane tecniche per conquistare i più sprovveduti. Chiedersi i motivi per cui molti elettori siano tanto creduloni.

Mostrare con grande evidenza che la politica è qualcosa di profondamente diverso da quello che ci viene fatto passare per «politica». Politica è quello che, ne siamo coscienti o no, influenza il nostro modo di vivere. Politica è quello che determina la qualità della vita di tutti, anziani, giovani e nascituri. A livello nazionale le notizie politiche dovrebbero riguardare la sanità del nostro corpo e del nostro spirito. Cifre precise e servizi che siano un pugno nello stomaco, una stretta al cuore ed uno stimolo fecondo sulla nostra mente. Che cosa ci fa soffrire? Che cosa produce malattie e morte? Che cosa ci porta stress e depressione? Che cosa ci porta autentica serenità? Che cosa invece porta una passeggera euforia seguita da dolorose frustrazioni? Chi ha il potere di prenderci in giro? Come si esercita questo potere? Perché molti di noi si lasciano prendere in giro?

Competitività distruttiva, insoddisfazione esistenziale, immaturità emotiva, resa alla demenza consumistica; alimentazione sbagliata ed eccessiva, vita dannosamente sedentaria, inquinamento, incidenti stradali, droghe diffuse come alcol e tabacco; carenze affettive, disturbi sessuali, ansie e gelosie...

Notizie di cronaca

Mostrare come omicidi, ferimenti, furti, cioè tutto quello che costituisce l’argomento della cronaca nera, siano fenomeni piuttosto rari; non è quindi il caso di occuparcene se non di sfuggita. Idem per la cronaca rosa, matrimoni e divorzi di vip, ecc. Idem per le sfilate di moda. Occorre invece penetrare nella vita dei “comuni mortali” alle prese con comuni problemi, con bisogni autentici o artificiali.

Occorre operare lo stesso capovolgimento indicato nelle notizie politiche, questa volta visto “dal basso”, dal punto di vista del cittadino medio. L’importante non sono le cose strombazzate dai media, i fatti gonfiati e i personaggi costruiti; importate è ciò influenza positivamente o negativamente la nostra vita. Il grande nemico di una cronaca vera è la spettacolarizzazione.

Occorre smascherare le tecniche, i modi, i criteri e gli scopi per cui una notizia viene giudicata dai dittatori dei media come degna di essere spettacolarizzata e perciò imposta alla gente priva di mezzi culturali atti a difenderla dal bombardamento di notizie quasi tutte sostanzialmente false. Compito di un’informazione non oscena è dire le cose come sono, indipendentemente dai riti degli stregoni dello spettacolo.

Notizie internazionali

Anche qui non la squallida esibizione delle solite facce, ma diffusione di tutti gli «esperimenti con la verità» (Gandhi): pace, nonviolenza attiva, risoluzione dei conflitti senza violenza, rispetto per l’avversario. Non la dittatura dei militari e dei manager delle multinazionali, non la riduzione di tutto a moneta. Abbiamo bisogno di notizie sull’effetto serra, sul buco nell’ozono, sulla desertificazione, sulla deforestazione. Ogni giorno abbiamo il diritto e il dovere di sapere lo stato di salute della nostra aria, della nostra acqua, della nostra terra.

Pubblicità

Nessuna pubblicità a pagamento. Non tanto per una questione di principio ma come conseguenza del fatto che i prodotti da pubblicizzare, pur essendo beni indispensabili, hanno scarso peso sul mercato e non possono quindi permettersi costosi spot. Una tivù a misura della persona umana dovrà sponsorizzare l’uso delle gambe, delle braccia, del cervello. Quindi della bici, dei mezzi pubblici, dei libri, della cultura vera, delle scuole, di tutto ciò che ci sveglia e non ci addormenta. Dovrà sponsorizzare la nostra salute fisica e psichica. Quindi frutta, verdura, pane, alimenti biologici, carne di animali non allevati industrialmente. Dovrà sponsorizzare la nostra dignità di cittadini. Quindi amore per la democrazia, per la politica, per la comunità nazionale; fierezza di servire lo Stato democratico, di pagare le tasse per il bene comune; voglia di volontariato, di solidarietà, di accoglienza per chi ha bisogno, gioia di costruire un avvenire sereno per i nostri figli.

La pubblicità dovrà anche assumere un carattere di critica motivata e di satira pungente; beffarsi della mentalità consumistica, delle abitudini che portano solo sofferenza, dei divertimenti scemi, della politica che pretende di essere apolitica, delle mode imposte da chi ci vuole sfruttare, di un “amor di patria” che porta la patria alla rovina.

Economia

La vista di un “economista” dovrebbe scatenare matte risate. Un capofamiglia che trascurasse la salute, l’istruzione, l’igiene, la sicurezza dei suoi cari, e che invece sperperasse i soldi in spese voluttuarie, sarebbe giustamente visto come un genitore snaturato. Ma non è questo il vangelo degli economisti?

«Meno tasse, tagli a sanità e istruzione, meno giardini e parchi, rinuncia a tutelare l’ambiente e a riqualificare aree urbane... Più produzione, più consumo dei prodotti inutili e dannosi, più opere faraoniche...». E questa la chiamano economia!

Quindi servizi e servizi sull’utilità, anzi sulla necessità del settore pubblico e sui grandi sprechi del settore privato. Industrie, uffici, supermercati, banche, ospedali, scuole, laboratori, campagna, città... Tutta va “battuto” metro per metro alla ricerca di tutto quello che dona gioia di vivere, di ciò che veramente ha valore, di ciò che è economia, non spreco.

Sport

Inchieste sullo sport di Paperon de’ Paperoni, cioè su di una grottesca caricatura dello sport. Inchieste su come vengono reclutati, allevati, intontiti, drogati dal denaro i cosiddetti divi dello sport, poveri disgraziati, robots manovrati da accaniti nemici dello sport. Servizi sui ragazzi che, disciplinatissimi, seguono gli ordini delle tifoserie. Inchieste sui problemi psichici di divi e di tifosi. Il tutto condito da pezzi di film, cartoni animati, scenette umoristiche.

Inchieste su sport veri, semplici, liberi dalla schiavitù del grande capitale. Sport che esprima energia vitale, creatività, allegria. Sport che unisca e non divida. Sport che sia collegato al rifiuto di una vita sedentaria, che sia una lotta contro la malattia e la pigrizia.

Film e telefilm

Sia proiettato ogni genere di film. Ma i film siano interrotti non da spot pubblicitari ma da brevi commenti, da immagini significative per stimolare il telespettatore a riflettere. Tali “spot” non devono essere sermoni didattici; devono essere efficaci e scherzosi flash, domande pungenti: «Che significa questa scena? Quale ideologia viene veicolata? Che tipo di amore, di sessualità, di famiglia ci viene proposto? Quale importanza viene attribuita al denaro, al successo, alla gioventù, al potere, alla bellezza, alla gioventù, alla forza?».

Le comiche

Non occorre ingaggiare comici di successo. Basta fare una breve rassegna dei programmi delle altre tivù. Infatti, se uno li osserva con occhi critici, non può che scaturirne una grande comicità. Ed è una grande liberazione. Finalmente poter ridere di ciò che ci viene presentato come seriosissimo. Ridere del denaro, del successo, ridere dei ricchi, dei potenti, dei divi e delle dive. Ridere di noi stessi, della nostra credulità. Ridere di ciò che non ha importanza. Dedicarci a ciò che vale. Abbandonarci alla gioia di vivere.

Che bel sogno.

Dario Oitana
 


 
 
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