Guerra & pace |
UN RITORNO EFFIMERO |
Una risata per Monsignore |
Monsignore non me lo perdona. Per anni gli ho dedicato una rubrica quasi mensile. Poi un giorno, senza ne bi ne ba, l’ho espunto dalla mia penna. Così ha deciso di rendermi la pariglia. Si è nascosto tra le pagine del giornale e, quando ho aperto la cronaca, ha attentato alla mia vita. «Pervertito! – ha cominciato –. Vergognati di proclamarlo ai quattro venti dal balcone di casa, proprio in faccia alla parrocchia. Fare il gioco delle tre scimmiette non ti servirà a nulla. Non vedi? Non senti? Non parli? Metterò io per te: lingua, orecchi e occhi. Guarda cosa dice il portavoce di Biffi, cardinale di San Petronio: “Guai ad esporre le bandiere della pace. Coi loro colori evocano i colori del simbolo dell’orgoglio gay”. Tutti lo sanno che i pacifisti non sono maschi come Dio comanda, ma pendono dalla parte sbagliata. Ascolta quel che scrive Fini, il campione delle radici giudeo-cristiane dell’Europa: “L’arcobaleno non unisce. Divide. Rappresente un’alleanza che non è quella Atlantica”. Noè infatti non era cristiano e neanche ebreo. Per questo cominciò con un nastro multicolore e finì col mostrarsi nudo a quell’effemminato di Cam, capostipite dei Camunisti neri e sicuramente islamico. Basta col caos della luce rifratta e della pace fai da te. Meglio una bella sciarpa a strisce rosse, blu con tanto di stelle e pace imperiale. È più bolognese e...». Cosa abbia aggiunto non lo so. So che ho cominciato a sbellicarmi dalle risa, che quasi ci lasciavo la pelle, come lui voleva. E so che sul referto del pronto soccorso sta scritto: «Ricoverato d’urgenza per crisi violentissima e contagiosa di risus convulsus, dovuto ad eccesso di clero». Come a dire che ho rischiato di schiantare per un overdose di Monsignore. a.b. |