LA SCIMMIA DELLA PACE |
I Muriquì “parlano” e si abbracciano |
Sono stati resi noti i risultati di una ricerca di università brasiliane e Usa secondo la quale certe scimmie, ossia i muriquì che vivono nella giungla costiera brasiliana, “parlano” e si abbracciano, “conversano” e non fanno mai lotte tra di loro. Per la prima volta è stato studiato il comportamento di questa loquace “scimmia della pace”, sull’orlo dell’estinzione (ne restano meno di mille esemplari nella Mata Atlantica di Minas Gerais, a nord-ovest di Rio de Janeiro), che parla quasi come gli uomini e che vive in gruppi organizzati non sulla predominanza del più forte ma del più amato: infatti tra i muriquì (brachyteles arachnoides il nome scientifico, «scimmia carbonaia» quello popolare, a causa del viso nero che contrasta col pelame beige) amore e fratellanza collettiva hanno estromesso aggressività e litigi. Non esiste nessun’altra specie di scimmia al mondo che arrivi ad un linguaggio così simile al nostro. Quasi 140 ore di registrazioni hanno rivelato che il muriquì, al di là delle normali espressioni vocali usate da altre specie per situazioni di pericolo, soddisfazione, richiamo e così via, adopera almeno 534 sequenze foniche differenti per «chiacchierare» con i suoi simili. E lo fa specialmente al mattino appena svegliato, o sul far della sera prima di addormentarsi. Sono una serie di anomali nitriti e di suoni staccati, con un’inventiva sonora mai registrata in altri primati. Le scimmie dialogano fra loro, lasciando parlare l’interlocutore e rispondendo ordinatamente dopo una pausa che può arrivare ai dieci secondi: si tratta di una comunicazione vocale raffinata dove nessuno ripete mai lo stesso suono che l’altro ha pronunciato. Un’altra caratteristica, che rende unici i muriquì, è legata alla loro vita sociale. I gruppi di muriquì, formati in genere da 15 a 50 scimmie, sono organizzati in base al contatto amoroso e non su gerarchie di potere. A capo del gruppo non sono i più forti ma i più amati, coloro che ottengono più abbracci dai compagni. Abbracciarsi è una specialità di questa scimmia della pace che non conosce lotte per aggiudicarsi le femmine o competizione per distribuire il cibo: i muriquì si abbracciano anche per molti minuti di seguito, in media una volta ogni due ore e mezza. Spesso restano in cinque o sei ad abbracciarsi lungamente, in un solo groviglio appeso a un ramo con le lunghe e robuste code. I prolungati abbracci rafforzano l’affettuosa coesione e l’inedita fraternità collettiva. È chiaramente un inizio di ominizzazione: il che dimostra, trattandosi di primati, che anche quella umana avrebbe potuto prendere tale direzione; purtroppo così non è stato e così non è. m.p. |