LETTERE
La complessità è una virtù?

Signor Direttore, don Francesco Ferraudo, tra gli altri doni, mi ha fatto conoscere, tanti anni fa, il foglio. Come lui lo è stato, il foglio è un punto di riferimento importante per il mio cammino di fede che non vuole escludere la “ragione”. Perché questo avvenga è importante che io, anche se con difficoltà a volte, capisca i testi che leggo. Di solito, facendo uso di antiche reminiscenze classiche, di dizionari di greco, latino, italiano, riesco a trovare sempre il filo del discorso, al termine del quale sono certo di aver salito uno scalino in più nel processo personale di conoscenza.

Per la prima volta, nel numero 299, la pagina di Paola Mancinelli, La violenza del sacro, mi 
ha lasciato sgomento di fronte alla mia totale incapacità di comprendere l’articolazione del testo ed il suo pregnante contenuto. Ho avuto la sensazione di essere stato escluso dalla sfera degli eletti, ma di più mi è spiaciuto perché, forse, mi sono perso una pagina che, se meno dottamente proposta, mi sarebbe stata utile nel cammino di fede di cui sopra. 

Con stima, 
Leandro Bonino
 

Probabilmente il taglio è troppo filosofico-tecnico, anche se ho cercato di essere il più chiara possibile. 
Il messaggio principale è che il cristianesimo mette definitivamente fuori gioco i miti della violenza e l’apparato sacrificale. La Croce più che il sacrificio è il segno di un amore sovrabbondante con cui Dio manifesta la prossimità alle vittime di ogni tempo, nonché la testimonianza che lo Spirito rende alla loro innocenza. Forse un aiuto le può venire dalla bibliografia citata al fondo.

Paola Mancinelli


 
 
[ Indice] [ Sommario] [ Archivio] [ Pagina principale ]