Tariffe postali contro la libertà di stampa |
Da gennaio le tariffe relative alla spedizione in abbonamento postale sono bruscamente aumentate da 6 a 31 centesimi circa a copia; la possibilità di accesso alle tabelle che permettevano una spedizione a tariffa agevolata è stata ristretta a poche, privilegiate categorie: quella più favorevole (un quinto della tariffa normale) a Ong, Onlus, organizzazioni di volontariato propriamente dette, associazioni «aventi scopi religiosi» e «enti ecclesiastici»; l’altra, molto vantaggiosa (un terzo), alle imprese editoriali con fine di lucro iscritte al Roc (Registro organi di comunicazione). Non è chiaro con quali criteri siano state prese queste decisioni. L’aumento delle tariffe sta mettendo in crisi tante riviste prodotte da enti locali e associazioni come la nostra, che pur non avendo scopo di lucro non rientrano in queste tipologie. E di conseguenza ci pare messo in difficoltà lo stesso esercizio della libertà di stampa e di pensiero per chi non dispone – al contrario delle grandi concentrazioni editoriali – di grandi mezzi economici ma porta avanti a fatica un prezioso lavoro di elaborazione e di critica culturale e politica. Inoltre, vedere al contempo le Poste Italiane vantare il proprio attivo di bilancio ci procura, evidentemente, non poca irritazione e qualche cattivo pensiero... Senza contare che alcuni lettori ci segnalano costantemente (e le cose non sono migliorate da gennaio a questa parte) il mancato o ritardato recapito della rivista, e noi stessi lo verifichiamo con le riviste che riceviamo. I costi di spedizione della nostra rivista sono così sestuplicati. Grazie ai suoi abbonati (che sono il nostro unico sostegno finanziario), la rivista è per ora in grado di [ ] |