Che cosa è poesia

Che cosa è poesia? Non sarò io a poterlo dire, ma tutti dobbiamo tentare frammenti di risposta alle grandi domande.

Poesia non è esperimenti linguistici, ma suono, ritmo, ascolto dell’armonia nascosta, insieme alla comunicazione. Parlare di messaggio può essere troppo – si verifica solo nei più alti momenti – ma comunicazione è dire qualcosa di sé e della vita, qualcosa di autentico. Ciò è essenziale alla poesia.

Occorre che la poesia sia persuasione e non retorica, non canto di sirena ma parola umana, condivisione e non narcisistica espressione di sé. Occorre che sia ricerca di verità negli ascolti e nei silenzi, nella sobrietà e nella sospensione vigilante, insomma nella contemplazione. Quella contemplazione, sempre in attesa di altro, sempre sorpresa da altro, che alla prosa, troppo parlante e meno ascoltante, riesce più arduo raggiungere.

Poesia è essenzialmente ascolto ed eco umile, non altisonante, dell’armonia segreta, che ama rivelarsi dolcemente o bruscamente a chi veglia e vigila. Armonia nascosta persino nelle tenebre, nella tempesta, nella sventura.

Poesia è la voce scarna dei tacitati. È la parola del pianto quando si va rasserenando, senza cessare di piangere. È il fremito della gioia profonda, stupita di potere articolarsi in qualche parola. È l’indignazione per la violenza, quando comincia a vedere un orizzonte oltre la violenza. È la preghiera della gratitudine, quando scopre che tutto è dono e trasfigura il dovere rituale nella meraviglia delle origini. Ma poesia è anche l’urlo di un Giobbe, anche la sua bestemmia, quando si rivolge a non sa chi, ma a qualche sconosciuto si rivolge, e osa comporre il dolore bestiale in discorso umano, acciaio temprato dal fuoco dell’angoscia.

Poesia non è solo quella famosa, premiata dal tempo, ma anche quella che corre quasi segreta in tante corrispondenze, o in bottiglie affidate al mare dei contatti umani. La scrittura, più ancora della dizione (che a sua volta è arte della lettura), è il mezzo proprio della poesia, perché la scrittura nasce nel silenzio, parla silenziosa e si fa dizione anzitutto nell’ascolto personale intimo di ogni lettore poeta.

Il lavoro del poeta, felice e faticoso, è sì nutrirsi di poesia, con sobrietà, per non diventare un colto imitatore, ma soprattutto è ascoltare attento, col proprio orecchio, la musica serena o tragica delle cose e della vita, eseguire il dettato, asciugare e dimagrire il verso, purificare il suono, aprire spazio ai silenzi vivi, illimpidire il messaggio ascoltato, offrirlo a chi ama vivere in ascolto.

Poesia è amore universale. Subito dopo la preghiera, a un passo di distanza, cammina nella vita la poesia, sulle tracce spesso incerte della luce, guidata da voci sottili come silenzi.

Luca Sassetti



Indice] [ Sommario] [ Archivio] [ Pagina principale ]