La parabola del fico

Un uomo aveva nel cortile un fico che prometteva abbondanti raccolti, ma produceva solo foglie. Mise la scure alle radici per liberarsene. Lo vide un venditore di semi, che passava di là, e lo fermò. «Pazienta ancora un poco. Zappalo intorno intorno, concimalo senza risparmio, bagnalo un poco ogni sera e, se la stagione prossima ti deluderà ancora, fa’ quello che devi».

L’uomo è l’uomo di fede, che custodisce nel cuore la parola di Dio. Il fico prodigo di promesse, avido di cure, avaro di frutti, è Dio e il venditore girovago il Nazareno, che, tornato da quelle parti molto tempo dopo coi suoi sacchetti di senape e di grani, visti i rami del fico alti sul tetto, gridò: «Ti avevo detto un anno! Non vedi che ti mangia la casa senza profitto? Cosa aspetti ancora?». E quello, rassegnato: «Sono vecchio ormai. Per i fichi non ho più denti e alle foglie mi sono abituato. Penso mi addormenterò alla loro ombra».

a.b.



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