Ignara, una timida vita
si affaccia a un timido orizzonte,
appena rischiarato
dalla mite luce dell’alba.
Ancor più ignara presenza,
sconosciuta a se stessa,
dal nulla esplode
con prepotenza assoluta.
Occupa l’orizzonte
oltre ogni confine
e consuma l’alba
in un solo bagliore.
Ala invisibile di spettro
solleva al cielo
polveri di fuoco
e lame di cristallo, impazzite.
Tra gemiti di belve macellate
e frastuono di tamburi metallici,
passa Léviatan, l’inodore,
Léviatan, il senza sapore.
Léviatan il muto,
che non ha volto di creatura,
animata o inanimata,
che non vede e non sente,
che non ha dove e quando,
provenienza e meta,
ma puro andare
da nulla a nulla.
Léviatan,
il signore della guerra,
nemico della mitezza
e della vita che si affaccia.
Léviatan lo sfrontato,
che dovunque si presenta
invade la scena
per svuotarla per sempre.
Aldo Bodrato
|