IL CARDINALE E LA PORTAEREI |
La guerra benedetta |
Ho inviato a un gruppo di nominativi delle chiese cristiane di Torino la notizia e le relative proteste contro la benedizione data dal cardinale di Genova, Bertone, alla portaerei Cavour. Ho ricevuto da un ottimo prete questa breve lettera: «Attenti alle esagerazioni. Non c’è dubbio che la portaerei Cavour sia una formidabile macchina da guerra, ma potrebbe essere anche uno strumento di difesa (da non sottovalutare per non essere ingenui). Non mi preoccuperei troppo della Benedizione. Non tutto ciò che benedicono i Cardinali lo benedice anche Dio!!! La Chiesa, poi, ha sempre benedetto tutto, compresi gli asini». Gli ho risposto, con minore capacità di sintesi: Caro don ..., non temo di esagerare. Una portaerei, di sua natura, è arma aggressiva e non difensiva. Serve ad andare in casa d’altri, non a difendere casa propria. Anche le dichiarazioni del ministro, nel varare la Cavour, dicono apertamente questo. Oggi, per dichiarazione ufficiale (Nuovo Modello di Difesa, 1991, 251 pagine; sempre confermato e sviluppato da tutti i governi, e praticato nel 1999 e nel 2003 fino ad oggi), la difesa è difesa dei propri interessi, anzi espressamente dei privilegi ingiusti, e non dei diritti. Un tale uso delle armi è immorale e criminale, prima che incostituzionale e illegale. Un asino è già benedetto, perché innocente e mite, ma non lo è una portaerei. «Bene-dire», chiamare bene ciò che è male, è peggio di qualche eresia teologica. Certo, Dio non obbedisce ai cardinali, ma questi, come chiunque di noi, se chiamano bene il male, bestemmiano Dio agli occhi del mondo. Certamente, la difesa del diritto alla vita delle persone affidate a noi può tragicamente arrivare, una volta che siano davvero esauriti tutti gli altri mezzi, alla necessità di uccidere. Anche Gandhi lo afferma. Ma può giudicare di tale tragica necessità, che è sempre un fallimento umano, e mai una vittoria, solo chi si trova in quella disperata situazione, e può assumersene la responsabilità in coscienza (vedi Bonhoeffer collaboratore nel complotto e attentato a Hitler del 20 luglio 44). Nessuno mai può ordinare ad altri di uccidere, e nessuno può uccidere per ordine altrui. In ciò è evidente la radicale immoralità di ogni esercito. Che la chiesa non abbia ancora proclamato questa immoralità è solo un ritardo nel cammino (anche per le sue colpe storiche di omicidio sacro, e per i suoi legami coi potenti del mondo), ma non diminuisce questa evidenza. La recente condanna ecclesiale della guerra è un bel passo, ma certo accompagnato da oscillazioni e incertezze dal Concilio ad oggi. C’è molto da fare, da pensare, da rieducare, anche proprio nella chiesa, per uscire dalla dannazione della violenza giustificata, che condanna la creazione e l’umanità ai rischi di morte totale. Anche ottime persone, che non hanno avuto l’occasione di una informazione e riflessione specifica su un modello di difesa alternativo, sono rimaste dentro quella ingenuità. Infatti, ingenua è la rassegnazione alla violenza giustificata, non è ingenua la cultura e l’etica della nonviolenza attiva, che è «varco della storia» (Aldo Capitini), unica realistica possibilità di un futuro dell’umanità. Enrico Peyretti |