Silvio, re senza gabella

Nel corso del XVII secolo, «la passione antifiscale e la psicosi della gabella – spesso diffuse da una regione all’altra dai viandanti – si rivolgevano particolarmente contro i commessi delle esattorie ed i loro uscieri. Accusati di arricchirsi rapidamente alle spalle del popolo e del re, gli esattori ed i gabellieri erano i nemici pubblici delle comunità, dei “cannibali” che bisognava punire. Di qui la liturgia della sommossa quando era rivolta contro il gabelliere: l’assalto al suo alloggio, la “processione” per le strade del personaggio beffeggiato come un cornuto, l’uccisione dello scellerato. In un simile clima contava meno l’imposta temuta che una secolare mitologia antifiscale, e meno anche la natura reale del prelievo che non l’immagine spaventosa che la gente se ne faceva» (Delumeau, La paura in Occidente, secoli XIV-XVIII, Sei 1979 p. 258).

«L’ossessione antifiscale del periodo antecedente la Fronda si sintetizza nel grido “Vive le roi sans taille et sans gabelle”. In verità bisogna leggere tutte e due le parti dello slogan: non solo “sans gabelle” ma anche “le roi”. Se pensiamo cosa significava per i contadini francesi (e non solo francesi) il re, intravediamo una società di eguali, in cui un uomo dotato da Dio di capacità soprannaturali, e quindi saggio e giusto, cerca di difendere i più deboli dai più forti» (Accati, Vive le roi sans taille et sans gabelle, in «Quaderni storici» 1972 n. 21, p. 1071). Questo nel XVII secolo. E nel XXI?

Malgrado gli enormi cambiamenti e la trasformazione dello Stato assoluto in Stato democratico, in cui le tasse sono in gran parte usate per fini sociali (si spera!), sopravvive la ancestrale mitologia antifiscale e la parola “tassa” è una parolaccia, uno spauracchio come lo era la taglia e la gabella. Una volta ho osato, tra gente “perbene”, sussurrare che per ottenere servizi migliori nella sanità, nell’istruzione, nella difesa dell’ambiente, in generale per raggiungere un autentico miglioramento della qualità della vita, varrebbe la pena di pagare più tasse. È stato come se avessi bestemmiato di fronte al Papa.

Ed è anche per questo che Berlusconi si esibisce di continuo con ogni acrobazia nel suo circo per trasmettere di sé l’immagine del mitico re senza gabella.

Dario Oitana



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