L’AMORE SPRECATO
Quando Lui diventa Tu


L’articolo di Aldo Bodrato su Dio (n. 308) è addirittura più bobbiano che quinziano. Con una differenza essenziale. Bobbio diceva: «Io non prego; pregare è rivolgersi a qualcuno, non è solo pensare ». Infatti, da teologi (affermativi o negativi, non importa) si diventa credenti quando il Lui diventa un Tu, faccia a faccia. Semplicemente pregando, ma anche per lottare, come Giacobbe, o contestarlo, come Giobbe. Purché in seconda persona, non in terza. Aldo, alla fine, suggerisce, col poeta, una audace preghiera.

Ma c’è un altro passo: il credente diventa credente fedele quando crede non nel senso di ritenere (vent’anni fa, un famoso filosofo mi disse: «io opino»; che è poi il «credere di credere») ma nel senso di affidarsi, fidarsi, e così avere comunque pace, anche nella tragedia. Solo la mistica (quella del fedele comune, non quella straordinaria) vince (supera) il male.

Facile a dirsi. Però, non impossibile. Ho una pagina scritta (dettata) da una persona malata inguaribile, che sta su questa soglia, tra il credere, il lottare, e l’affidarsi in pace. Così si può morire, cioè sottomettersi al passaggio nel nulla, fidenti: «Nelle tue mani, Padre, affido il mio spirito» (Gesù); «Andiamo in pace» (padre Calati morente).

Il problema del male va pensato sempre strenuamente, ma poi va abbracciato con la fede-fiducia-abbandono (islam, muslim). Il pensiero non conclude, quasi non permette di vivere; la lotta al male, non con altro male (stoltezza militare) ma col bene (nonviolenza attiva), promuove la vita; l’affidamento dà pace alla vita e alla morte. Il male è un muro da sormontare o aggirare, col respiro più ampio, non da cozzarvi contro nell’illusione di abbatterlo con la ragione, o con la violenza: in entrambi i casi esso ci scorna. Il male non si toglie, nella storia: questa è l’illusione micidiale di Bush, lo sradicatore di zizzania e grano, perciò omicida, e illusione anche del nonviolento ingenuo, inattivo, che crede che il male scompaia solo perché lui è buono. Il male non si toglie, lo si supera. Non si toglie né col pensiero né con l’azione. Lo si supera col suo contrario: l’amore che si spreca, che ama chi non è amabile. Il bene abbraccia il male. Cristo scende all’inferno e lo svuota. Definizione evangelica di Dio: «buono anche verso gli ingrati e i cattivi» (Luca 6,35). Perciò i prepotenti che sono chiamati benefattori (Luca 22,25), i moralisti e i “religiosi” condannano Dio in nome di una giustizia feroce.

Enrico Peyretti



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