BHOPAL

Strage record


Fate attenzione se il 2 e 3 dicembre giornali e Tv parleranno di Bhopal, e come ne parleranno. In quei giorni sono venti anni dalla strage industriale dovuta (almeno) a grave negligenza nella fabbrica di pesticidi della statunitense Union Carbide in India, nel 1984. Il libro che la racconta dettagliatamente è Mezzanotte e cinque a Bophal, di Dominique Lapierre e Javier Moro (Mondadori). È la più grande catastrofe industriale della storia (altra classifica è quella delle stragi di guerra). Un numero imprecisato di morti – tra i sedicimila e i trentamila – e oltre cinquecentomila feriti, l’acqua e il suolo inquinati e avvelenati: sono queste le conseguenze di un disastro umano, sociale, ambientale e economico che conta solo vittime, ovviamente povere, poverissime, ancora in attesa che giustizia sia fatta. Chissà se viene il momento, in questo compleanno.

Le stragi sono tante. Ognuna ha il suo carattere. Ci sono quelle – fatte e patite – dai ricchi, e quelle – patite e fatte – dai poveri. Giustizia è guardarle per quello che sono. Le vittime sono uguali dopo, non prima della strage. Gli stragisti non sono mai uguali: ce ne sono giustificati, assolti, dimenticati, celebrati, demonizzati, eccetera. A scelta.

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