Un Natale ingombrante


Io mi dico spesso: basterebbe che Gesù si presentasse veramente a casa nostra il giorno di Natale perché non ci sia più alcuna festa di Natale. Sì, basterebbe che Gesù venisse veramente nella nostra famiglia perché le nostre feste siano rovinate.

Immaginate che Gesù si inviti a casa nostra nelle vesti di rifugiati senza tetto, di immigrati muniti di un foglio di requisizione, di un giovane delinquente che esce dalla prigione dopo aver scontato la pena, o semplicemente di una vecchia zia (senza eredità) o di un vecchio zio (non d’America) malato e che verrebbe da noi per essere curato e morire; ebbene la festa sarebbe finita, il nostro Natale andrebbe a monte.

Quale imbarazzo, quali fastidi, quali lamentele, quali reazioni! Vostro marito brontolerebbe, vostra moglie protesterebbe e i figli dichiarerebbero di andare altrove a festeggiare il Natale, in un posto più gioioso e più tranquillo. E voi restereste soli, senza nessuno che vi approvi.

Tolleriamo agevolmente nei nostri presepi un Gesù Bambino di gesso: non è importuno, non è esigente: non parla! Ma se soltanto fosse un piccolo bambino straniero che grida, che sporca, affatica e ci sveglia di notte, saremmo profondamente spaventati e perderemmo ogni «sentimento» religioso.

Il vero Cristo, il vero Dio è terribilmente ingombrante. È per questo che ce ne siamo sbarazzati in quel tempo e che noi troveremmo molto bene i modi per sbarazzarcene nel nostro.

Ci volgiamo con nostalgia al Natale. Ci lamentiamo di non aver vissuto in quel tempo dove si poteva vedere, toccare, accogliere il Cristo. Ma ci dimentichiamo che quello fu il tempo in cui quasi nessuno lo ha riconosciuto, amato, venerato.

Dimentichiamo, soprattutto, che questo tempo continua, che pure per noi il Verbo si fa carne ed abita tra noi, sempre povero, sempre sospetto, sempre misconosciuto.

Pensate: se gli albergatori di Betlemme avessero saputo che bussava alla loro porta l’avrebbero aperta. Erano persone religiose come noi. Ma hanno creduto che Maria e Giuseppe fossero due barboni, due immigrati, due sconosciuti, due importuni, allora non li hanno accolti, come faremmo anche noi. Siamo troppo ragionevoli, troppo prudenti, troppo presi da noi stessi. Come credere che Dio può presentarsi in simile veste? Nelle nostre case confortevoli, tutto è occupato e non ci manca nulla, anche se il Signore non è lì. Perché il Signore non è qui che con il povero, il vecchio, lo straniero.

Louis Evely



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