ESPERIENZA |
Bene da male |
I dolori scavano spazi nuovi nell’anima. Prima ancora del loro riscatto e compenso, sono anche un bene, almeno in parte. Questo non è dolorismo, ma esperienza, scuola del dolore; dolore non amato, ma utilizzato per trasformarlo in forza e compassione. Davvero, tutto è grazia. E allora dobbiamo pensare che un bene più grande sia dato da Dio a chi ha portato il peso maggiore del dolore che ci ha toccato: chi ha sofferto malattia e morte e ci ha fatto bene, avrà un bene più grande, dopo il dolore patito. Si può pensare persino che chi ci fa soffrire facendo del male vedrà un giorno, nel giorno della verità disvelata e della mietitura del mondo, che il proprio peccato ha procurato qualche bene: non per virtù del male, ma per l’opposta forza di Dio messa in noi, che fa buon uso, cioè rovesciato, del male. Chi ci scandalizza ci ammaestra. La violenza che c’è oggi, imperiale e anti-imperiale, offende profondamente e immensamente. Dà il senso (almeno a me) che non è possibile vivere in un mondo che uccide. Eppure suscita anche (insieme a reazioni che ripetono e moltiplicano quelle violenze) reazioni positive: la vicenda delle due Simone ha fatto uscire da troppo silenzio e paura il migliore islam; questo tempo di violenza fa crescere anche il ripudio della violenza e la ricerca ed esperienza di metodi alternativi nei conflitti; l’uso politico e bellico delle religioni spinge al dialogo, rispetto e collaborazione tra le religioni. Il bene resiste al male e costruisce speranze nuove. Anche se il male resiste al bene. Ma la scelta s’impone. Enrico Peyretti |