Tu pensi, amico,
di vivere
nella chiara luce degli esseri,
nato da una mente sapiente
e provvidente,
che tutto controlla
e solo attende
che a lei ci si abbandoni.
Non sai quanto sbagli a leggere
come eroico «in principio»
quello che è un modestissimo «quando»
e a dedurne che il nulla
è l’occasione cruciale
del divino operare.
Esso è informe deserto e tenebra
che ricopre l’abisso,
oceanico caos
su cui aleggia lo Spirito,
trasportato dal vento.
Creare non è inventare cose,
in se stesse definite e trasparenti,
ben disposte, fin dall’origine.
Creare è proporre un ordine,
problematico e precario,
a quanto è senza ordine:
un ordine che tenga almeno un poco,
senza subito precipitare in diluvio.
Creare è camminare a fatica
nel disorientato per orientarlo.
Camminare in sembianza d’uomo,
immagine del senza immagine,
tutto ancora da definire.
Camminare in mancanza di principio
e cercare
agonizzando in croce
almeno un fine
per sé, per animali, rocce, piante e stelle,
e per far essere Dio
a comune consolazione.
Creare è morire
affinchè qualcosa sia
non solo caos, tenebra e silenzio,
non solo dolore,
ma speranza di gioia,
per quanto remota.
Aldo Bodrato
|