«Avevo otto anni. Vivevo in un villaggio all’ombra di un antico campanile. Un giorno venne un uomo a vendere libri, passando di casa in casa... fu la prima volta che io intesi la parola Bibbia. Si produsse nel villaggio un’agitazione strana. Prima nelle donne, poi in tutti... Si sentirono nell’aria grida isteriche d’una donna. Da una finestra gridava: “Barbèt, barbèt (nomignolo con cui in Piemonte vengono chiamati i protestanti valdesi), non abbiamo bisogno della tua religione. Va’ via di qui”. L’agitazione raggiunse i ragazzi.
L’uomo camminava in mezzo alla strada, pallido. Aveva i libri in una grande borsa scura, pesante. Una donna gli tirò dietro un libro che aveva avuto poco prima. L’uomo si abbassò a raccoglierlo senza voltarsi. Una pietra scagliata da un ragazzo lo colpì alla schiena. Accelerò il passo, seguito dai ragazzi a distanza. Ciascuno aveva in mano una pietra. Tra quei ragazzi c’ero anch’io. La sera, alla benedizione eucaristica del mese mariano, il parroco ci lodò perché avevamo difesa la trincea della parrocchia»
(da Carlo Carretto, Lettere dal deserto, Cittadella).
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