23 gennaio 2005, foto della camera ardente del povero maresciallo Cola, a Nassiriya: sullo sfondo l’altare, una grande croce (e altre tre più piccole), l’icona della Trinità di Rublev; attorno alla bara quattro rambo dall’occhio fisso, la tuta mimetica, cinturoni (anche alle gambe) con – pare – pistole e coltelli, e, su tutto, mitra spianato. La scena gronda guerra per un soldato ammazzato in «missione di pace». Mescolanza di religione ed esercito, davanti al patibolo su cui Cristo morì disarmato perché finissero queste cose. La retorica rivela nuda la verità che vuole falsificare. La guerra usa le proprie vittime per santificarsi.
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