Violenza e rivoluzione


«Se la vita umana in generale è sacra e inviolabile dobbiamo negarci non solo l’uso del terrore, non solo la guerra, ma anche la stessa rivoluzione ... Quanto a noi, non abbiamo mai avuto nulla a che fare con le chiacchiere kantiano-pretesche e quacchero-vegetariane circa la “santità della vita umana”. Siamo stati rivoluzionari all’opposizione, e siamo rimasti rivoluzionari al potere. Per rendere sacro l’individuo dobbiamo distruggere l’ordine sociale che lo crocifigge. E questo problema può essere risolto solamente col ferro e col sangue» (Lev Trotzkij, Terrorismo e comunismo, Sugarco 1977, pp. 103 e 104).

«L’attività rivoluzionaria più spietata e l’umanità più generosa, questo solo è il vero respiro del socialismo. Bisogna abbattere un mondo, ma ogni lacrima versata, anche se è stata asciugata, è un’accusa; e una persona che perseguendo uno scopo troppo importante calpesta un verme per brutale mancanza di attenzione, commette un delitto» (Rosa Luxemburg, in «Rote Fahne» (Bandiera rossa), dicembre 1918, cit. in Paul Frölich, Rosa Luxemburg, La Nuova Italia 1969, p. 230).

I due testi sono citati da Marco Revelli in Marxismo, violenza e nonviolenza, saggio contenuto nel volume citato (pp. 115 e 100), che così commenta (pp. 103-105):

«Ho scelto ... due esempi estremi ... di due figure-chiave ... tralasciando i pur numerosi tratti comuni ... Trotzkij assassinato a colpi di piccone su mandato di Stalin. Rosa Luxemburg massacrata dai “corpi franchi” al servizio del socialdemocratico Noske ... Trotzkij conobbe il successo del proprio progetto rivoluzionario ... Rosa Luxemburg no, restò al di qua del Giordano: la sua vita fu spenta insieme alle residue speranze di rivoluzione in Germania, nel gennaio del 1919 (le sfondarono il cranio col calcio dei fucili e ne gettarono il corpo in un canale maleodorante del Tiergarten). Dunque, dal punto di vista dell’“etica dei risultati”, ha fallito dove l’altro è riuscito. E tuttavia ... dei due è la seconda che continua a parlare alla nostra attualità ... L’argomentazione di Trotzkij, al contrario ... mi sembra che non abbia superato la prova del tempo. Mi riferisco al nucleo teorico centrale di quella argomentazione, laddove si stabilisce un rapporto diretto, intrinseco, cogente tra violenza e rivoluzione».



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