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Televisione e tortura |
A marzo sul canale britannico Channel 4 andrà in onda Guantanamo Guidebook: sette volontari, sottoposti a umiliazioni sessuali e religiose, a privazione del sonno e a condizioni climatiche proibitive, saranno “interrogati” come i prigionieri della base Usa di Guantanamo. Un programma destinato a far discutere. L’intento, infatti – afferma Steve Crawshaw, direttore della sede londinese di Human Right Watch, l’Osservatorio per i diritti umani – «è quello di dimostrare che quelle che a prima vista possono sembrare tecniche innocue, in realtà possano avere effetti devastanti», e «sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della tortura». ...ma teniamo presente che un volontario sa per certo che questo è solo un esperimento e che alla fine dell’esperimento tornerà a casa e che nessuno lo lascerà morire nella gabbia, ma gli sarà permesso di abbandonare per ipotermia, o disturbi gravi. La gravità della tortura non è nell’atto in sé che dà dolore fisico, o sofferenza, ma nel provare con una azione che io torturatore sono assoluto padrone di te e faccio con te quello che ho deciso: ucciderti, segregarti per tutta la vita, venderti... con te o con le persone che ti sono care. Mi domando a che cosa serva una tale artificiosa e fittizia rappresentazione della tortura... ...serve, secondo un’ipotesi pensabile, a far provare il gusto sadico allo spettatore, dandogli anche la buona coscienza che è una finta, e lui non partecipa a un delitto; come nei film di horror e di violenza, in fondo. Se sapesse di assistere a un delitto, un po’ di coscienza lo disturberebbe. Credono di fare opera contro la tortura, ma rientrano in operazioni mostruose di adattamento e assuefazione sociale all’inferno i cui ci vuole cacciare tutti il demone del dominio. Non posso né intendo difendere questo fenomeno televisivo che rende ogni cosa spettacolo e che digerisce tutto in un indistinto bolo digeribile senza mal di pancia. Ma forse non ci sono solo aspetti negativi in questa faccenda... Per prima cosa dobbiamo tenere conto del fatto che purtroppo una larga fetta di popolazione guarda regolarmente reality show. Una minoranza del pubblico televisivo guarda anche i Tg. Una minoranza della minoranza guarda il Tg3. Se passiamo ai giornali la situazione è identica, ma si scende di un ordine di grandezza. Dunque: chi sa in Italia cos’è Guantanamo? Scommetto una minoranza. E probabilmente non tutti ci credono. Lo spettacolo commerciale sarà il modo peggiore della contro-disinformazione, ma se il pubblico guarda cose brutte sapendo che sono finte e recitate su un copione vero... beh, magari si chiede qualcosa, no? Se noi non dormiamo di notte per la marea di orrori, crimini, falsità, inganni, ingiustizie, ci indigniamo e anche dove non sappiamo guardiamo con fondati dubbi e sospetti sulla propaganda di regime... Non dimentichiamo che la gente non vive così. Dorme tranquilla e vive sicura nelle sue case tiepide, circondata di cibo caldo e visi amici. Magari con la tv accesa... Non possiamo perdere il contatto con la realtà umana che ci circonda. Certo, dipende da chi ci circonda... |