TORINO

I poveri pagano le olimpiadi


Noi ne vediamo ancora, davanti alle chiese e ai supermercati, e la notte sotto i portici. Ma presto spariranno dal centro di Torino. Pulizia olimpica! I turisti valgono di più. Ce lo dice Scarp de’tenis, che è «l’unico giornale di strada non profit», come si definisce, «voce e opportunità alle persone che vivono in strada» (02-67.47.90.17; ), le quali lo vendono come lavoro. Comprandolo per strada, procuriamo loro un piccolo guadagno.

Nel numero di marzo 2005, p. 49, leggiamo come si comincia a ripulire dai poveracci la città che si fa bella. Già le olimpiadi costano molto più del preventivato: 1.091 miliardi di lire nel 1999, 3.460 nel 2004. E i conti non sono chiusi. Fonti sindacali segnalano un diffuso ricorso al lavoro nero e al caporalato, specie verso la manodopera straniera, e il massiccio subappalto, a spese della sicurezza. Su 22 cantieri ispezionati nel 2004, solo 9 erano del tutto in regola. Dall’inizio dei lavori, ci sono stati tre morti. Ora c’è fretta per terminare in tempo.

La fortuna che le olimpiadi porteranno alla città costa, certo. Pagano anche, non poco, i lavoratori. E paga anche chi ha solo un portico pubblico per la notte, ma mostrerebbe ai turisti che le nostre città sono anche fabbriche di poveri. Quelli che perdono la corsa nella società di rivali e non di soci.

E.P.

 
 
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