Caro Antonello, più volte ho cercato di scrivere un ricordo di Federico (cfr foglio 321) e poi l’emozione me lo ha sempre impedito. I sentimenti che sento per lui sono così profondi che non riesco ad accettare quello che è successo. Vado al cimitero con la madre e vedere la sua fotografia, sapere che non lo vedrò più tra i banchi di scuola mi porta alla realtà e mi fa capire che quello che sento, la gioia di rivederlo, non sarà più possibile. Riascolto la sua voce un po’ roca, rivedo il suo viso di ragazzo sano come l’ho conosciuto, rivedo il suo viso dietro i vetri dell’ospedale, ma soprattutto rivedo e risento le sue parole quando, durante l’autunno scorso, andavo a casa sua per ripassare gli argomenti trattati in classe con i suoi compagni. Grandi erano il suo desiderio e la sua speranza di tornare a scuola e metteva tutto l’impegno nell’ascoltarmi e nello studiare di volta in volta gli argomenti trattati. I voti che gli abbiamo attribuito nella pagella del primo trimestre sono stati voti reali, ha studiato tanto e ha cercato di recuperare in tutte le discipline. Il rapporto che si è instaurato in quei pomeriggi è stato un rapporto di gioia, di fiducia, di speranza; vedevo il suo viso diventare ogni volta più chiaro, le sue mani diventare più ferme e più forti e mai avrei potuto immaginare quello che stava per succedere. Entravo in casa, mettevo la mascherina e poi iniziava questo dialogo di lavoro e di affetto, mi chiedeva di anticipare ogni volta l’ora di arrivo per avere più tempo da trascorrere insieme. Federico è ogni momento nei miei pensieri, quando entro nella sua classe mi stupisco di riuscire a parlare con i suoi compagni e mi sembra strano che si possa continuare il solito lavoro di scuola dopo una tragedia che ci ha ferito così profondamente. Gli ho voluto molto bene ed ho sperato con lui.
Liliana
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