Altro che ulivo |
Le polemiche interne alla coalizione elettorale dell’Ulivo pongono in grave difficoltà quanti come il sottoscritto partendo da posizioni cristiane hanno ritenuto valida la militanza politica anche nel partito comunista in nome della laicità della politica. La laicità della politica però non ha tratto vantaggio dalla crisi dei sistemi di parassitismo burocratico dell’est. Quali i motivi principali dell’ideologismo perdurante in ognuna delle componenti dell’Ulivo? La risposta sta nel ritardo culturale, che è una carenza di forza e libertà della riflessione filosofica. Permangono ossessivamente idee che sono infondate logicamente e smentite dalla storia. Basta indicare queste idee ossessive nei vari dialetti culturali. Intanto vorrei elencare i difetti della tradizione marxista (del movimento socialista e comunista) che non si sono chiariti in un rigoroso disegno razionale: lavoro come variabile indipendente dalla produttività dell’impresa nella sinistra sindacale e operaista; la concezione del politico professionale che sa del lavoro produttivo per sentito dire; individualismo sui temi della famiglia (divorzio, aborto, uso di droghe, neutralismo genetico, gaypride...), assenza di principi morali fondati. Le idee-valori che turbano ma non svolgono razionalmente la tradizione politica dei democratici-cristiani sono principalmente: l’uso strumentale della fede cristiana confusa con un potere in questo mondo; scarso senso della laicità della scienza, della politica e dello stato. Le fedi dovrebbero svolgere un ruolo solo in un libero scambio di coscienze singole e autonome, tese alla ricerca della verità e non depotenziate da una resa pregiudiziale al sincretismo e alla contraddizione logica. Invece la gerarchia cattolica, pur essendo mondanizzata, ignora ogni procedura democratica al suo interno, e la cultura musulmana immigrata ignora la distinzione tra religione e cultura, tra legge coranica e legge statuale. Queste due mentalità autoritarie certamente non aiutano il processo razionale che si deve sviluppare. Nella componente verde le idee-valori che inquinano il sobrio concetto di habitat naturale sono: un’idea feticistica della natura, una sottovalutazione dei principi morali della natura propria dell’uomo governatore del mondo vegetale e animale, ambigua visione della scienza, della tecnica come dignità e prassi soltanto umana. Se vi si incolla la congerie di gruppi parlamentari camaleonteschi emerge la confusione al posto di un disegno politico coerente. La sinistra politica (che si vuole differente da un affollatissimo centro informe e multicolore) è, inoltre, ancora incerta tra un partito socialdemocratico di stampo europeo o un partito democratico copiato nel tempio americano del capitalismo. Alle piazze e al folklore più o meno violento non mancheranno frange anticapitalistiche e antiamericane, nostalgiche del sogno comunista, soprattutto se a causa delle tare attuali l’aggregato ulivista sarà inviato all’opposizione dagli elettori. Possiamo cominciare il duro e lungo lavoro filosofico, culturale, psicologico, prima che «il regno in sé diviso vada in rovina»? (Il Maestro disse anche: se dunque anche Satana è diviso contro sé stesso, come potrà reggere il suo regno? Luca, 11, 18).
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