il foglio
mensile di alcuni cristiani torinesi
 
Sommario del n. 280, aprile 2001


L'editoriale, firmato da a.b., riflette sul vero senso di "eutanasia": non il procurare la morte, ma l'accompagnamento medico e sociale a morire bene, poiché la medicina non può guarire sempre.

L'articolo di Mauro Pedrazzoli, Le risorse delle cellule staminali, chiarisce alcuni aspetti scientifici ed etici sulle nuove frontiere della biomedicina.

 
La violenza non libera, titola Enrico Peyretti un appello ai palestinesi, i quali hanno la possibilità di fare molto meglio che rispondere al duro dominio israeliano col terrorismo.
 
Di un convegno promosso da "Noi siamo chiesa" sui Divorziati risposati nella Chiesa, si dà ampia relazione.
 
Un vero dossier elettorale occupa e supera le pagine centrali, anticipato in prima pagina dalla nota Ecco il punto, che segnala l'intenzione di Berlusconi di distruggere il principio costituzionale, da lui giudicato "sovietico", della finalità sociale della proprietà.
 
Ai cittadini: una proposta di voto, appello partito da Raniero La Valle ed Enrico Peyretti, firmato poi da decine di persone (anche dopo la stampa di questo numero), propone libero voto nella quota proporzionale, ma impegno per l'Ulivo in quella maggioritaria, come unica possibilità di fermare la destra pericolosa.
 
Peppino Orlando, nella nota Altro che ulivo, critica il ritardo culturale del centro-sinistra e richiede un lungo lavoro per arrivare alla laicità della politica.
 
Fausto Angelini scrivendo Alla redazione del "foglio" critica la Dichiarazione di voto di Peyretti (pubblicata sul n. 278) dal punto di vista di Rifondazione e minimizza il pericolo Berlusconi.
 
Gli italiani sono di destra, osserva Dario Oitana, e vittime mentali del consumismo. Egli però dice: Voterò per i teleberludipendenti moderati, cioè per l'Ulivo, che permetterà di più una battaglia a favore della qualità della vita, per la quale si tratterà però di "votare" con le scelte personali di ogni giorno.
Non votate come i bambini, scrive Gianfranco Accattino, qualificando di "infantilismo" (nel senso classico dell'estremismo malattia infantile del socialismo) l'intransigenza di sinistra che lascia venire il peggio in attesa del meglio.
Con una Lettera sul voto politico(in forma iniziale ridotta inviata a Marco Revelli), Enrico Peyretti risponde con decisione ad alcune critiche alla sua Dichiarazione di voto già citata.
Domenico Manaresi ci ha fatto pervenire una bella citazione di Gilbert Keith Chesterton (1874-1936), che replica con profetico anticipo al «nessuno mi può comprare» di Berlusconi: infatti, Il ricco è già comprato.
Non ci sono solo le elezioni. In vista della riunione del G8 a Genova, un intervento di Lidia Menapace, Non con i militari, non con chi li imita, auspica una protesta e una critica popolare partecipata, che non sia lo scontro fisico di pochi estremisti di mentalità militarizzata.

Mino Rosso denuncia la mercificazione dello sport nel mega-progetto "Mondo Juve" perseguito a Torino, con la nota Sport e potere politico di periferia.

Sulla pena di morte, l'appello Può salvarne altri, del Comitato Paul Rougeau, dà le informazioni e indicazioni necessarie per intervenire a favore di William Zeigler, un bianco difensore dei neri, accusato di omicidio e condannato a morte in Florida.

Legati ed assolti dalla chiesa cattolica sono detti in una lettera di Luisa Rinaldi i divorziati impediti di risposarsi ma perdonati per i rapporti mercenari.

Commenta brevemente la vicenda del teologo del pluralismo religioso costretto a sottoscrivere una "Notificazione", la nota Capitola in piedi p. Dupuis.

Diventare cardinale può dare alla testa. Ma c'è stato anche chi ha conservato libertà interiore e sana ironia. Racconta qualche "aneddoto purpureo" Enrico Peyretti in Il cardinale nuovo.

L'arresto di Milosevic, segno mezzo buono e mezzo cattivo, è commentato nella nota Sarà giustizia se uguale per tutti.

Stracciando i pur timidi accordi di Kyoto per la tutela dell'ambiente, scrive D. O., Bush ha proclamato il suo vangelo: L'uomo è per il denaro.

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