ANEDDOTO PURPUREO |
Il cardinale nuovo |
Come potete credere voi, che vi glorificate gli uni gli altri e non cercate la gloria che viene dal solo Dio? (Giovanni 5, 44). Nella recente infornata di cardinali c’è di tutto. Uno di loro, dell’Opus Dei, da Roma ha ordinato ai suoi preti di preparargli per il ritorno una folla esultante. I preti si sono apertamente ribellati e il cardinale la folla esultante l’ha avuta soltanto nei suoi sogni vanesii. Quel cardinale era in stretta relazione con la dittatura recentemente caduta. Si tratta di Juan Luis Cipriani, vescovo di Lima, Perù, un neo-cardinale nato vecchio (cfr Adista, 10 marzo 2001, p. 13). Fatti come questo mi fanno ricordare padre Giulio Bevilacqua. Prete dell’Oratorio (fondato da san Filippo Neri), era parroco a Brescia, città di Paolo VI, che gli era affezionato, perché lo aveva come confidente spirituale e confessore. Bevilacqua era un uomo franco come pochi. Il papa lo nominò cardinale. Fu ordinato vescovo il 15 febbraio 1965 e fatto cardinale sette giorni dopo, il 22 (trovo queste date nell’immagine ricordo che conservo nella mia Bibbia). Nel frattempo, mentre il neo-eletto era tempestato dai rallegramenti e salamelecchi di circostanza, il vescovo di Alessandria di allora, Almici, che era bresciano e gli voleva bene sinceramente, telefonò alla parrocchia di padre Bevilacqua, parlando col vice-parroco: «Domanda al padre cosa potrei regalargli, qualcosa che gli serva tutti i giorni, che mi faccia ricordare sempre». Il vice-parroco lo chiese a Bevilacqua, che rispose: «Digli che mi regali un culo d’acciaio, così non me lo consumano a furia di leccarmelo!». In quei giorni anche il papa telefonò a padre Bevilacqua, scherzando con confidenza: «Le faremo una grande accoglienza, a Roma. Le manderemo la banda alla stazione». La pronta risposta del padre fu: «Allora non si dimentichi i tromboni, visto che lì ne avete tanti». Di questi aneddoti ho memoria sicura, rinfrescata raccontandoli molte volte, negli anni, anche se questa è la prima volta che ne scrivo. Sicura è anche la fonte, perché me li raccontò direttamente in quei giorni quel vice-parroco, di cui ero amico, e del quale ricordo anche il nome, Franceschetti. Quel cardinale non era solo un neo-cardinale, era un cardinale nuovo. Oggi sarebbe ancora più nuovo. Enrico Peyretti |