LETTERA
Legati ed assolti

Le ideologie politiche che non rispettano l’uomo hanno prodotto il lager e il gulag. Le ideologie religiose rispettano l’uomo? Secondo me no, quando lo castrano ipotizzando che la castità sia una delle strade per il paradiso e che la vita del paradiso, ipotetica, sia più importante della vita terrena.

Come separata da mio marito mi sono sentita di seconda categoria nel cattolicesimo, accettata solo se mi impongo di restare casta. Il matrimonio è indissolubile anche se nell’ebraismo, da cui nasce la religione cattolica, non lo è mai stato. Per questo i separati e i divorziati non possono costruirsi una vita di coppia pena l’allontanamento dai sacramenti. I vescovi tedeschi non sono d’accordo su questo perché stranamente sono sensibili ai problemi umani, usano l’intelligenza, ma, se ricordo bene gli insegnamenti, l’intelligenza è meno importante della religione.

Anche la religione cattolica romana ha trovato modo di essere sensibile. Nella confessione non dà l’assoluzione a chi, separato o divorziato, costruisce una storia d’amore con una compagna, ma dà l’assoluzione se questi frequenta prostitute. In effetti la mossa è abile perché l’uomo che vive la sua sessualità con professioniste del sesso difficilmente si accontenta dei rapporti con una donna che non ha quel tipo di abilità. Se tra le invocazioni delle preghiere ricordo la frase che dice «proteggimi dai turbamenti», una cattolica osservante ha poche possibilità di costruire una felice vita sessuale.

Porto alcuni esempi: un mio amico, quarantenne, è stato lasciato dalla moglie che si è allontanata per vivere con un guru che ha la sua comunità in val di Susa. Essendo cattolico osservante, consigliato dal confessore continua a pensare che solo quella è sua moglie e la aspetta, immagino fino alla fine dei suoi giorni. Un mio conoscente, laureato e professionista, separato dalla moglie da molti anni, si è ricostruito una vita di coppia ma lo scrupolo religioso lo ha talmente tormentato che si è risolto a vivere castamente con la sua compagna. Si incontra però con prostitute e l’ambiguità della situazione non lo tormenta perché solo così ottiene l’assoluzione e può fare la comunione.

Nella Roma papalina del Settecento il trenta per cento delle donne era costituito da prostitute.

A questo punto mi viene il sospetto che la chiesa con le sue contorsioni confessionali favorisca la prostituzione.

Luisa Rinaldi


 
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