IMPARARE LA STORIA
Non votate come i bambini

Infantilismo vuol dire giudicare come un bambino. I bambini sono sinceri, simpatici, con una logica ferrea. Ma mancano di esperienza e questo li induce a usare scale di valori sbagliate.

Vi faccio un esempio della mia lontana infanzia. Poteva essere il 1943. A tavola con papà e mamma, mangiamo un risotto, roba di lusso per allora. Suona la sirena, i miei scattano, prendono qualcosa, mia madre mi prende per mano agitata e mi trascina fuori, di corsa giù verso il rifugio in cantina. Io di quel momento, ancora oggi, ricordo la disperazione del dover lasciare là a freddarsi il risotto. La sirena voleva dire che stavano per cadere bombe su Torino, ma io non lo sapevo e pensavo al risotto.

Ora sta suonando la sirena, rischiamo di trovarci Berlusconi con sei televisioni e la possibilità di fare e disfare leggi secondo i suoi interessi. Vuole cambiare la Costituzione, e una volta sistemata la giustizia in modo che nessun giudice comunista gli dia fastidio, distribuirà le briciole come ricompensa agli alleati. Le briciole sono gli aspetti culturali e morali, dei quali al Berlusconi non importa nulla. Quindi avremo Storace che brucerà i libri di storia e Buttiglione che metterà otto ore di religione cattolica obbligatoria.

Di fronte a questa prospettiva, mica tanto azzardata, qualcuno fa lo schizzinoso, non gli piace questa sinistra, non è abbastanza incisiva. Per mantenere l’anima bella e la coscienza rivoluzionaria a posto, ecco l’eroico rifiuto al voto o peggio ancora il voto a Rifondazione, i duri e puri che quelli lì sì che faranno l’opposizione come si deve.

Ecco, questi qua non sanno che arrivano le bombe, o in fondo non gliene importa niente, e pensano al risotto. Infantilisti.

La storia della sinistra è una storia di continue scissioni in nome della purezza dell’ideale, o di fughe in avanti perché «vogliamo tutto». Invece il potere ha sempre capito che gli conveniva stare compatto e crearsi demagogicamente il consenso di massa. E ha vinto. Tante volte. In Italia, in Spagna, in Cile.

Io ho preso la tessera del Pci quando Enrico Berlinguer, assimilata la lezione del Cile («Mir Mir Mir consciencia y fusil», intanto la Itt armava il golpe e organizzava il malcontento della piccola borghesia), ha cominciato a parlare di «compromesso storico». Compromesso, parola orribile, alleanze e mediazioni, ma come?, e la purezza dell’ideale rivoluzionario dove va a finire? Se dobbiamo rinunciare all’intransigenza, allora venga pure il peggio, noi lotteremo. Tanto peggio, tanto meglio, appunto.

Gli infantilisti sono quelli che non conoscono la storia o non ne hanno imparato le ripetute lezioni.

Gianfranco Accattino


 
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