LETTERE |
Bambini schiavi? È normale |
Cotonou, Benin, 18 aprile
Caro Antonello, ti assicuro che la vicenda della nave è un mistero soprattutto per chi vive qui in Benin. Ti dico qualcosa di ciò che ho capito da quel che ho potuto leggere e ascoltare. Anzitutto se la RFI (radio internazionale francese) non avesse diffuso per prima la notizia penso che qui tutto sarebbe passato sotto silenzio o quasi. Il fatto della nave non è un fenomeno isolato, è purtroppo una triste realtà “normale” che riguarda il traffico delle ragazzine vendute per lavoro negli altri paesi africani un po’ più ricchi (Gabon, Camerun, Guinea equatoriale). Tanti altri battelli concludono tranquillamente il loro viaggio; ci si è chiesti come fa a partire dal porto di Cotonou un battello con a bordo 250 bambine... La connivenza della polizia, della guardia costiera e di tanti altri è fin troppo nota. Inoltre il menefreghismo delle autorità è un fatto davvero sconfortante. Non solo non esistono leggi che puniscano i trafficanti (al massimo una multa di 25000 CFA = 75000 lire), ma anche l’intervento del governo in questa situazione è stato nullo. La ministro degli affari sociali si è limitata a segnalare il fatto al console del Camerun... volevano stanziare 21 milioni di franchi africani, ma il presidente Kerekou era fuori paese e allora non si è fatto niente. Non è stato mandato un aereo, una nave, né si è chiesto un aiuto ad altri. Ieri è sbarcato a Cotonou un battello (di un altro colore rispetto a quello individuato in precedenza) con 26 bambine a bordo... Ciò che mi sbalordisce è che per la maggior parte della gente di qui il fatto è normale... non si scompongono più di tanto e anche la chiesa (salesiani compresi) è più preoccupata delle funzioni che di sensibilizzare i fedeli, molti dei quali hanno delle fillettes placées. Certo, il Benin si è fatto la fama di paese democratico: una ben strana democrazia dove le ultime elezioni politiche hanno visto degli enormi brogli elettorali, dato che gli osservatori internazionali non erano presenti proprio perché lo stato è considerato uno dei pochi paesi “modello” di democrazia africana. L’attuale presidente Kerekou è lo stesso che ha retto il paese con un ferreo regime marxista leninista fino al 1980 circa, poi c’è stata l’azione di un grande vescovo ormai morto che ha favorito il passaggio alla democrazia e per 5 anni il presidente è stato Soglo, un democratico intelligente, ma cinque anni fa è ritornato Kerekou che ha come simbolo il camaleonte, e ha preparato queste nuove elezioni del 4 aprile scorso in modo da riuscire ancora vincitore (l’aiuto economico di Gheddafi per la mastodontica campagna elettorale non è un mistero per nessuno). Non ti sto a dire quello che è successo. Ma il popolo, preferisce la “pace” alla libertà e alla democrazia autentiche. È una situazione per noi difficile da capire. suor Maria Antonietta |