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Dolci, bugiarde ed assassine |
Quasi ogni domenica e lunedì, ci giungono tristi notizie sulle stragi del sabato sera. Le voci che emettono tali lamenti sono in genere femminili.Le trepide telespettatrici sono portate perciò ad intensificarsi con le mamme (la mamma è ancora un articolo che tira!) che piangono sui figli. Certo, questa è una realtà ed ogni morte è una tragedia. Ma molto raramente affiorano notizie sconcertanti che ridimensionano il fenomeno.Forse sono più pericolosi i serissimi automobilisti il martedì mattina o il giovedì pomeriggio che i balordi il sabato sera.
Leggiamo questa notizia fornita in sordina da la Repubblica del 14-03-2001. La notizia viene addirittura presentata come una sfacciata assoluzione dell’auto: «la macchina esce assolta a sorpresa dall’accusa di dare un forte contributo alla strage del sabato sera. Alla Legambiente hanno fatto i calcoli e hanno scoperto che nel Duemila sono morti 2050 giovani nella fascia 18-32 anni. Da un rapporto della Stradale risulta che nel 1995-99 solo 135 giovani sono morti il sabato sera. Confrontando i due numeri, si scopre che la temutissima sindrome del sabato sera è responsabile solo del 6 per cento delle morti di ragazzi per incidente stradale». Perché allora tanto chiasso sul sabato sera? Per imprimere negli italiani (e soprattutto nelle mamme) questa idea funzionale al sistema: «L’auto è sicura, è sempre più sicura, mamma Fiat pensa a noi. Ma ci sono tanti giovani indisciplinati, impasticcati, ubriachi, rovinati dal Sessantotto, da questa società permissiva! Ah, i giovani d’oggi! Ah, i valori di una volta!». E così il demenziale binomio Fiat-moralismo diventa sempre più forte e rassicurante e può continuare indisturbato a provocare tutto l’anno le sue stragi. Dario Oitana |