Il nuovo "blocco sociale"

Due conversazioni. La prima, in un giorno precedente le votazioni, sul marciapiede di via Cesana, a Torino. «Io sono fascista. Vogliamo cambiare. Berlusconi aiuta noi, giovani imprenditori». Il 
ragazzo, sui vent’anni, coi capelli dipinti di giallo, vorrebbe, ma non riesce ad incarnare il tipo dell’imprenditore. Gli dico: «Tu sei nato dopo. Lo sai che col fascismo questa discussione per strada non si poteva fare?». Mi manca la prontezza di chiedergli: «Ah, sei fascista. E qual è oggi il partito dei fascisti?».

Seconda conversazione. Torino, un negozio di via Monginevro, lunedì 14 maggio. Ho la 
testimonianza diretta. Una signora esultante: «Oh, bene! Ora potremo finalmente indossare i nostri ori, che dovevamo tenere in cassetta di sicurezza. Ora si può stare tranquilli». Cioè, l’età dell’oro.

Sono due elettori. C’è democrazia.
E.P.

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