ELEZIONI POLITICHE 2001
La maggioranza non assolve
1 - La maggioranza relativa dei votanti ha eletto la maggioranza assoluta dei parlamentari che approverà i governanti, ma nessuna delle due maggioranze li assolve da illegalità e pendenze giudiziarie. Quando un giudice agirà non sarà nemico della patria ma difensore della legge. Gli elettori siciliani che, del tutto spontaneamente, hanno eletto solo candidati della “Casa delle libertà”, sono stati evidentemente tranquillizzati - o incitati, si direbbe - dalla sentenza di archiviazione del 19 febbraio, a Caltanissetta. Proprio come i milanesi che hanno dato il 48% dei voti a Dell’Utri.
2 - Questo governo è legittimo, non giusto.
3 - Il cumulo di poteri è e resta illegale. Non tocca all’accumulatore deporre quando e come vuole quel potere che vuole deporre. Tocca alla legge impedire l’accumulo, tocca ai giudici giudicarlo, tocca agli elettori negare il potere politico a chi ha quello economico, se sono  coscienti di che cosa è democrazia: troppi italiani non lo sono.
4 - Il tipo umano Berlusconi è una pacchia per la satira (vedremo quanta libera satira c’è): è un autofanatico, autocontemplativo. Questa patologia è pericolosa per la società quando il malato è al potere. Non è comico, è tragico.
5 - Le idee conclamate di Berlusconi in persona e delle componenti del Polo,  sono in sé stesse nefaste e pericolose, che riescano o no ad attuarle. Sono le idee del revisionismo storico negazionista. Sono idee estranee e contrarie allo spirito della Costituzione, che non è solo una regola formale, tanto meno è solo un residuo della “prima repubblica”. La Costituzione è il patrimonio spirituale e civile della nostra memoria storica, costruita col sacrificio di tanti liberi Resistenti, è un patrimonio che viene dalla migliore storia di civiltà. La Costituzione è memoria, patrimonio e impegno obbligante, rispetto a questi valori: 
1) liberazione perpetua dalla dittatura fascista;
2) ripudio della guerra e impegno in istituzioni internazionali di giustizia e di pace;
3) primato della persona e del lavoro umano sul capitale e sulla logica d’impresa;
4) uguale dignità e diritti fondamentali ed effettivi di ogni essere umano, cittadino o non ancora cittadino di questo paese;
5) partecipazione associata e quotidiana dei cittadini alla politica mediante i partiti in forma democratica, e non gregarismo rispetto ad un leader: la democrazia è governo delle leggi e non degli uomini, tanto meno di un uomo solo;
6) soggezione di tutti, anche e specialmente dei potenti, alla legge, la quale è giusta non quando sancisce la forza, ma quando imbriglia la forza dei forti, esalta il diritto dei deboli, toglie il maltolto, risarcisce il derubato e l’offeso.

Per questi motivi, questo voto era una scelta di civiltà, ed è risultato una scelta sbagliata. Il Presidente della Repubblica, supremo garante della Costituzione, avrà il prezioso compito di vigilare sul rispetto sostanziale di questi valori costituzionali.

6 - L’immigrazione dai paesi sfavoriti è l’esame storico della nostra civiltà. Questa maggioranza è ostile agli immigrati.
7 - Queste forze di governo hanno tutta la nostra più profonda sfiducia morale. Esse sono, nelle condizioni attuali, kakistocrazia, che significa “governo dei peggiori”. Ciò non significa affatto che l’alternativa fosse ottima. Dice solo che questi sono i peggiori sulla piazza. Ma questo giudizio, fondato sui fatti passati, non pregiudica il nostro giudizio sui fatti futuri, sui quali dovrà essere valutato questo governo. Anche ad esso la realtà imporrà limiti e lezioni.
8 - L’opposizione nella società civile dovrà fare una cosa prima di tutto: educazione civile e storica di base, nelle scuole e doposcuola, nei quartieri e nei paesi, nelle strade e nei giornali, nelle tv e nelle radio, nelle case e nelle chiese. Sì, anche nelle chiese, dove si dovrà rileggere Dieci anni dopo, le pagine scritte nel 1942 da Bonhoeffer (pubblicate all’inizio di Resistenza e resa), il martire cristiano della libertà spirituale e della resistenza morale.
9 - La gerarchia cattolica è responsabile. Non doveva dare indicazioni elettorali. Doveva esprimere un’ispirazione civile di giustizia, fraternità, nonviolenza, sprezzo degli idoli e compromissione con le loro vittime. Non doveva prostituirsi in cambio di finanziamenti. Così invece ha fatto l’alto clero, plagiando i suoi devoti. Sappiamo da più di una fonte diretta che la segreteria di stato vaticana ha scritto ad istituti religiosi, specialmente femminili, orientando il voto verso il Polo. Forse, al contrario, buona parte del basso clero ha dato esempio di libertà impegnata nel servizio agli ultimi, pur nelle difficoltà della scelta elettorale.
10 - L’opposizione parlamentare di centro (rafforzata) e di sinistra (la cui masochistica divisione ha aiutato la destra, come sempre dall’inizio del ‘900) dovrà opporsi in modo legale ma fortissimo, denunciando e dimostrando le non rispettabili intenzioni di questo governo legittimo ma non giusto.
11 - La Lega, salassata nei voti, risucchiati dalle più persuasive promesse anti-tasse di Berlusconi (alto movente politico di questi elettori),  toglie al nuovo governo un po’ dell’imbarazzo internazionale, ma ora esige risarcimento in posti di potere. La vittoria unisce, ma la spartizione delle spoglie può dilaniare le bande più compatte.
12 - Berlusconi ha annunciato i primi punti della sua volontà: 
1° azzerare le imposte sulle donazioni e successioni (un omaggio ai più ricchi, come lui stesso, che potrà regalare ai figli le sue tv, dal momento che per eredità inferiori ai 350 milioni l’imposta era già abolita; ed ecco qui un nuovo bel conflitto di interessi);
2° annullare la riforma dei cicli scolastici e rifare da capo la riforma della scuola (Storace e Buttiglione ispiratori); 
3° un disegno di legge sugli appalti, per le grandi opere pubbliche (messaggio diretto agli amici in attesa); 
4° carabiniere, poliziotto, vigile di quartiere (per pagare subito il prezzo della paura utilizzata, con un provvedimento sensato, che doveva prendere il precedente governo, ma che, di tutti, è il più visibile ma il meno risolutivo del problema sicurezza).

Per questo annuncio il Capo non ha atteso una sede politica, ma lo ha dato nel salotto televisivo del suo amico Vespa, rivolgendosi non all’istituzione che dovrà approvare le proposte, ma al popolo seduto in frammenti individuali davanti agli schermi-oracolo.

13 - Come ha notato Fini con compiacimento, queste elezioni hanno introdotto di fatto, senza regolare riforma costituzionale, l’elezione diretta del premier. Anche Mussolini impose una tutt’altra costituzione materiale, senza toccare la lettera dello Statuto. La cultura democratica, che non ha resistito abbastanza e per tempo a questa deriva insana, ora deve riparare la falla. 
14 - I vincitori, questa volta, non hanno detto subito «prendi tutto», «non facciamo prigionieri». Non pare che mettano al governo i ceffi del 1994. Ringraziamo i giornali europei. Con qualche sforzo, i vincitori hanno esibito moderazione, buona educazione. Dopo avere usato la più spregiudicata e plagiante pressione pubblicitaria, in luogo di propaganda politica, ora fanno i bravi. La nuova opposizione rischia di cadere nel loro gioco. A questa maggioranza parlamentare bisogna essere alternativi in civiltà, socialità, politica, programma, franchezza totale, in comunicazione col popolo, e non stare pazientemente in attesa dell’alternanza per gli altrui eccessi. 
15 - Pare che anche la stampa estera liberale e finanziaria, - ma non Le Monde del 15 maggio, per esempio! - che aveva visto bene il pericolo, abbia in un primo momento attenuato i toni su Berlusconi vincitore. Il potere va sempre rispettato. Ma il giornalismo non era nato, nella storia moderna, proprio per denudare il potere?  Vedremo in seguito (stiamo scrivendo il 16 maggio, a ridosso dei primi commenti). Dopo il successo della politica-pubblicità, è l’ora della cultura, della serietà morale, della comunicazione libera e veritiera, negli spazi aperti interni e internazionali.

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