Marginalità in Crocetta

Mi sono reso conto che la qualità della vita (ne parlano tutti senza una definizione.Lo faccio anch’io) non sta nella vittoria di Bush su Al Gore. Sta nel fatto che l’edicola di sotto casa cambia gerenti. Siamo ormai abituati a parlare sempre dei massimi sistemi. Ma viviamo di piccole cose. Piccole cose di tutti i giorni. Di quando esci di casa e passi dai tuoi amici ritiri il giornale, o la rivista, o libro, dicendo di mettere sul conto. Poi te ne vai. Ripassi per chiedere se c’è una qualche pubblicazione che parli di quello che a te interessa in quel momento. Il comprare e il vendere è un dettaglio. E comunque loro vendono, vendevano, comunicazione. Non informazione. Strana bottega l’edicola di sotto casa. Perdendola perdo una piccola parte di me. Quella che vive tra gli altri e che con gli altri condivide la quotidianità. Non amo i supermercati. Anche se lì ci puoi trovare tutto e a prezzi più convenienti. Non ci trovi il rapporto umano. Che per alcuni, e certamente per me, è indispensabile. Mi mancheranno quei titoli (il foglio compreso) che a nessuna edicola viene in mente di tenere visto il loro irrisorio mercato. Eppure il solo fatto che potessero avere una dignità di esposizione era un segno importante di vera cultura. Mi mancheranno le comunicazioni delle attività culturali presenti sul territorio che venivano messe in un “quadro” sul marciapiede. Mi mancherà la marginalità. Che non è poco. È sul margine di una pagina che vengono annotate le cose che contano. Sì, io perderò amici incontrati per caso tra i fogli di carta stampata. La “torinobene” (la Crocetta, appunto) perderà un pezzetto del suo poco “rosso” tra l’indifferenza dei più.

Mino Rosso

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