Risurrezione
Ho ricevuto da un’amica questi auguri di Pasqua:
«Ciao, buona Pasqua. Anche se non fosse risorto e non fosse Figlio di Dio, io sarei onorata e fiera di far parte della comunità di coloro che da duemila anni ricordano un condannato a morte e la Sua sofferenza, tanto più perché sicuramente innocente».
Le ho risposto: «Grazie della tua singolare professione di fede. Schierarsi con l’innocente e col vinto, infatti, è fede della più grande. Perché pensiamo che sia risorto? Proprio perché egli ci suscita questa fede, più forte delle ragioni della forza. E chi fa questo è molto vivo».

E.P. 

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