ETICA |
Cavour, estremista palestinese |
"Udine ed i bravi Friulani si battono... I barbari non entrano in città, avendo troppa paura. Si dice che fu l’arcivescovo col presidente del comitato quelli che pretesero di capitolare ed avevano ottenuto le firme di altri due del comitato; un dottore, piuttosto che trattare coi tiranni, si fece balzar le cervella. Non ci volle di più perché il popolo giurasse di volersi difendere sino all’ultimo esterminio. Dicesi che l’arcivescovo e gli altri due del comitato sieno stati trucidati. Udine ha aperto le porte. Sulle porte però si appesero i corpi dell’arcivescovo e di un colonnello tedesco e di altri graduati per manifestare quale accoglienza v’avrebbero trovato. I Tedeschi a tale invito non entrarono". Così Il Risorgimento, quotidiano diretto da Camillo Benso Conte di Cavour, l’ 1-5-1848, p. 2. I fatti descritti corrispondono alla verità storica? La questione è di secondaria importanza. Verità storica è che allora si parlava con naturalezza di arcivescovi trucidati e di cadaveri esibiti per terrorizzare i barbari. Verità storica è che Cavour ed i suoi lettori non erano ancora giunti al nostro livello di moralità. In questi ultimi mesi anche coloro che solidarizzano coi palestinesi provano forte disagio e totale dissenso nei confronti del fanatico disprezzo per la vita di alcuni di loro. Certamente nella nostra società che, malgrado tutto, è libera ed evoluta, possiamo e dobbiamo promuovere la tolleranza ed il rispetto della persona umana. Ma tale sensibilità è da proporre a tutti? Forse un certo tipo di etica è un privilegio, un lusso che neppure Sua Eccellenza il Conte di Cavour si poteva permettere. Dario Oitana
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