BERLUSCONI
Le cose più grandi di lui

Mercoledì 26 settembre. Berlusconi a Berlino ha insinuato una «strana coincidenza» tra i contestatori dei G8, che «colpevolizzano l’Occidente dall’interno» criticando il mondo ricco, e i terroristi mondiali. Insomma, la quinta colonna del famoso Bin Laden.

Questo minaccioso terrorismo-anti-terrorismo dice tutta la qualità dell’uomo, che è a livello degli «inconvenienti» (che sarebbero la fame nel mondo e le terribili diseguaglianze tra i popoli) di cui parlò a Genova pochi minuti dopo la morte di Carlo Giuliani.

Allora, noi diciamo a Berlusconi: la critica non è un crimine, ma un contributo, mentre il crimine dei terroristi non è una critica, ma una imitazione delle gravi violenze strutturali che ci sono nel mondo, causa di ben più vaste stragi taciute e occultate, non visibili come l’attacco alle torri di New York.

Poi Berlusconi si è detto certo della «superiorità della nostra civiltà».

Quale? Quella della ricchezza e del consumo debordante come obiettivo di vita? Oppure quella dell’umanesimo, della tolleranza positiva che stima i valori delle altre civiltà, quella del primato della cultura e della politica sull’economia, quella dei diritti umani di tutti, che escludono schiavitù, sfruttamento, diseguaglianze offensive? Quale dei due volti dell’Occidente egli vanta?

La certezza della propria superiorità e il rifiuto della critica sono una forma di totalitarismo – noi abbiamo tutto! – che è già una dichiarazione di guerra culturale.

Enrico Peyretti


 
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