Pregare per i nemici

È ormai una frase fatta, ma alla sua verità non si sfugge: dopo l’11 settembre il mondo non sarà più quello di prima. Questo comporterà in noi, e già comporta, incertezza, ansia, smarrimento. Dice il salmo 120: «Alzo gli occhi alle montagne: da dove verrà il mio aiuto?». E subito il salmista si risponde: «Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra». 

Rivolgiamoci dunque a Dio, come primissima cosa, e preghiamolo con la novità della rivelazione cristiana: «Ma io vi dico: amate i vostri nemici, pregate per coloro che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli, perché Egli fa sorgere il suo sole sopra i cattivi e sopra i buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Perché, se mai amate quelli che vi amano, quale premio meritate? Non fanno altrettanto anche i pubblicani? E se salutate solo i vostri fratelli, che cosa fate di più? Non fanno forse altrettanto i pagani? Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Matteo 5, 44-48).

Preghiamo per le vittime, certo; per i governanti, certo; per tutti noi in pericolo, certo. Ma specialmente per i nostri nemici: sia che li vediamo nei terroristi, sia che ad essi vadano aggiunti gli adoratori del denaro e gli incuranti dei poveri. Preghiamo davvero, seriamente, per la loro salute, per i loro famigliari, per i loro affetti, per tutto ciò che vorremmo che si pregasse per noi.

Sandro Vesce


 
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