IMMIGRAZIONE |
La caramella e i bastoni |
Non tutti – forse – si sono accorti che stiamo correndo «il pericolo di una vera invasione dell’Europa ... Non si può, di converso, pensare di arrestare questo flusso migratorio ed il conseguente stato di illegalità diffusa con sanatorie indiscriminate». Un buon punto di partenza, viceversa, può ben essere quello di «favorire le elargizioni in favore di iniziative di sviluppo umanitario, di qualunque natura», attraverso opportune modifiche «al testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto ecc. ecc.». Così recita testualmente l’articolo 1 del disegno di legge 795 «in materia di immigrazione e di asilo», presentato nel novembre scorso in Senato, impropriamente chiamato Bossi-Fini, ma in realtà controfirmato da tutto il governo Berlusconi. In parole povere: anzitutto una caramella per quei rompiscatole di missionari e affini: detassiamo i contributi per le missioni, e poi state bravi, se potete. Perfino la Cei, pare, ha criticato quanto meno la collocazione iniziale di questo articolo. La relazione introduttiva (la si trova come il testo del ddl sul sito www.parlamento.it) è chiara: ci sono gravi squilibri nella crescita demografica tra le due sponde del Mediterraneo; il vertice euro-africano del Cairo sulla cancellazione del debito s’è concluso senza risultati; un’altra spinta a migrare viene dai focolai di guerra in atto. Ne consegue che – come abbiamo detto – non si ferma l’«invasione» e aumentano le dimensioni del lavoro nero e lo sfruttamento degli immigrati per ogni tipo di traffico illecito, «oltre al coinvolgimento degli immigrati in ogni forma di violenza, anche ipotizzabile, purtroppo, in scenari terroristici». È allora evidente l’importanza di affrontare la radice di tutti i mali: l’immigrazione clandestina. Le linee guida – secondo l’analisi del disegno di legge fatta da Guido Savio dell’Asgi (Associazione di Studi Giuridici sull’Immigrazione) in un incontro a Torino, all’Istituto Missioni Consolata: è vero che i missionari rompono! – sono pertanto le seguenti: la chiusura dei canali di ingresso regolare; la precarizzazione del soggiorno; la revisione della disciplina dell’espulsione, attraverso un ampliamento dell’uso della detenzione (si prevede entro il 2004 la costruzione di 10 nuovi Centri di permanenza temporanea, finanziati in parte dai contributi stessi versati dai lavoratori extracomunitari espulsi!), e infine lo svuotamento del diritto di asilo. Diversi sono gli elementi di incostituzionalità del disegno di legge, e molti anche i punti in contrasto con la normativa europea. Secondo don Fredo Olivero, della Caritas Migranti di Torino – che ha parlato nella stessa occasione – la situazione dell’immigrazione forse non è mai stata finora così vicina a quella che il Dossier statistico nazionale sull’immigrazione 2001 della Caritas chiama «l’integrazione possibile» (vedi anche il foglio n. 286). Un dato per tutti: il tasso di disoccupazione tra gli immigrati regolari è inferiore a quello degli italiani. Anche le tensioni sembrano tutto sommato essersi progressivamente ridotte. Insomma, è fin troppo evidente che l’espulsione ha anzitutto un forte impatto mediatico in fatto di “sicurezza”, un tema sventolato a proposito e no dalla destra e dalla sinistra in campagna elettorale. Se il disegno di legge verrà convertito in legge – cosa ben possibile visto il contesto politico attuale – modificherà in modo pericoloso la stessa idea di cittadinanza. E questo è un problema non solo degli immigrati, ma degli stessi italiani. Antonello Ronca |