Perché non uccidiamo?

 «Quando a Erika, [condannata a 16 anni per aver ucciso la madre e il fratellino insieme al suo ragazzo Omar] hanno chiesto se lo rifarebbe, al processo di Torino, la sua replica è stata: “Non lo so”. Di fronte a simili risposte non resta dunque che il mutismo, a meno di smettere questo nostro arrancare dietro le spiegazioni e porci la vera, l’unica domanda legittima. Non perché sia insorta la tremenda volontà di uccidere, ma piuttosto: perché non uccidere, non assassinare alla maniera di Erika e Omar. Sono infinite le famiglie banali in cui si soffoca, sono incessanti i motivi per odiare o sprezzare la madre o il fratello o il vicino di casa, e allora perché per strada la gente non si ammazza a vicenda, non si scanna per una multa ingiusta, non squarcia il volto del genitore o del rivale in amore? ... Giacché solo questo conta, e aiuta: sapere perché non uccidiamo» 

(Barbara Spinelli, «La Stampa», 2 dicembre 2001). 


 
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