CHIESA DI PINEROLO
Forti e deboli: primo, rispettarsi

Che dire del nuovo caso Franco Barbero a Pinerolo? Anzitutto che siamo amici a questo prete scomodo. Sappiamo che lavora con molta generosità e predilige gli emarginati e scartati. Che gli piaccia dimostrare audacia teologica, sì, ci sembra di sì. Se faccia e pensi tutto giusto, non ci giuriamo. Che i giornali se ne facciano un boccone per il loro commercio di “notizie” piccanti, accrescendo incomprensioni e contrapposizioni, su questo ci giuriamo, sì.

«La Stampa» ha pubblicato una stuzzicante foto d’archivio di matrimoni omosessuali di chissà dove, che con Pinerolo non c’entrano nulla, ma senza dirlo nella didascalia e lasciandolo credere ai lettori dall’occhio veloce, come sono i più.

Se ci è permesso ricordarlo, direbbe san Paolo a Franco e ai cattolici scandalizzati (che peraltro Franco non disprezza, noi crediamo; e di cui lo stimato vescovo di Pinerolo comprensibilmente, anche se non glielo imponessero da Roma, prende le parti): «Chi mangia [i cibi proibiti] non disprezzi chi non mangia, e chi non mangia non condanni chi mangia ... Tu, perché giudichi il tuo fratello? O perché disprezzi il tuo fratello? ... Non giudichiamoci più gli uni gli altri» e «Noi che siamo i forti dobbiamo portare le fragilità dei deboli e non piacere a noi stessi» (Romani 14,3 – 15,1 passim, ma vedi anche 1 Corinti in 8 e 10).

Del resto, a proposito di leggi canoniche, il sabato è per l’uomo – e per la donna, ovviamente – e non viceversa.

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