ECUMENISMO
Reato eucaristico
Il 18 maggio 2001 la Congregazione per la dottrina della fede ha emanato il documento Ad exsequendam ecclesiaticam legem con il quale vengono unificate le procedure repressive di alcuni delitti commessi dagli ordinati. Viene considerato come delitto la concelebrazione del sacrificio eucaristico con ministri di comunità ecclesiali che non hanno la successione apostolica e non riconoscono la dignità sacramentale dell’ordinazione (sacerdotale vetita eucharistici Sacrificii concelebratio una cum ministris communitatum ecclesialium, qui successionem apostolicam non habent nec agnoscunt ordinationis sacerdotalis sacramentalem dignitatem). Tale delitto è qui elencato insieme alla sottrazione delle specie eucaristiche per fini impropri e alle relazioni pederastiche di un prete.

Tutti gli anni a gennaio preghiamo una settimana per l’unità dei cristiani. L’esigenza di celebrare insieme l’eucarestia da parte di cattolici ed evangelici è in prospettiva un fatto di enorme importanza spirituale; occorre indubbiamente essere avvertiti delle differenze sacramentali che ognuno porta con sé. Ma può l’“ospitalità eucaristica”, questa forma di condivisione della fede, essere considerata come reato? Può l’ecumenismo essere ridotto a fatto giuridico?

L’importante Charta Oecumenica, della Pasqua 2001, impegna almeno due volte (nn. 1 e 5) tutte le chiese europee a «muoversi in direzione dell’obiettivo della condivisione eucaristica».

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