FRANCIA
Chirac Chirac

Dice un proverbio africano: «Per spegnere il fuoco non occorre che l’acqua sia potabile». In un villaggio meridionale, che aveva votato per Jospin, gli elettori che uscivano dal seggio al secondo turno venivano simbolicamente disinfettati. Le Pen ha avuto i voti dei disperati e spaventati. Persino immigrati arabi – abbiamo sentito l’intervista – hanno votato per lui razzista, perché è antiebraico (ma anche antiarabo!). I più poveri e sprovveduti sono quelli che sbagliano di più, dappertutto. Ignoranza e disperazione sono la vera miseria. «Meglio un imbroglione che un fascista» si gridava nei cortei, tra i due turni.

Josè Bové dice che la politica attuale è «mero accompagnamento tecnico del possibile». Che davvero la politica sia condannata a navigare tra peggio e meno peggio? Non illudiamoci ma non rassegniamoci. Intanto, in Italia, il ministro Martino e il leghista Speroni si distinguono tra tutti col dire che Le Pen non va ostracizzato. Neppure per la pena di morte?

Barbara Spinelli loda la destra francese perché sa separarsi dalla destra sciovinista e razzista. Lodiamo anche la sinistra francese che, dopo il solito harakiri delle sue divisioni, ha saputo, nella gran parte, farsi impiccare al ramo più fragile anziché al più grosso. Aspettiamo le legislative di giugno.

e.p.


 
[ Indice] [ Sommario ] [ Archivio ] [ Pagina principale ]