RILEGGENDO GÜNTHER ANDERS |
Macché 11 settembre |
Macché 11 settembre! Tutto è cambiato il 6 agosto 1945, non l’11 settembre 2001. L’11 settembre è cambiato qualcosa solo per gli Stati Uniti: è caduta la loro illusione – abbastanza infantile, per non dire stupida – di essere invulnerabili. Ma per il mondo, che è qualcosa di più degli Usa, è cambiato tutto nell’agosto ’45. Dopo l’11 settembre non vedo più di prima in pericolo le nostre città, i nostri tesori d’arte e cultura, la nostra economia. Negli anni ’80, con l’escalation missilistica in piena guerra fredda, eravamo tutti oggettivamente in pericolo molto più di ora. Gli Usa devono dettarci anche la loro paura e farci secernere la loro stessa quantità di adrenalina? Noi abbiamo le nostre paure, le paure di tutti. La minaccia atomica su tutta l’umanità, e su tutto ciò che è l’umanità, è nata nell’agosto ’45 ed è un totalitarismo ormai inamovibile, che può solo crescere e diffondersi, proliferare, e che è proliferato. Solo una crescita di coscienza e di opposizione resistente all’apparato scientifico-militar-industriale, che è il maggior pericolo del mondo, può limitare quella minaccia.
Il 12 luglio del 2002 saranno dieci anni dalla morte di Günther Anders. Vedremo chi se ne ricorderà. Egli scriveva che l’arma atomica è totalitaria per sua natura. Le sue Tesi sull’età atomica sono un testo capitale. Sono grato a Peppe Sini di avercele ripresentate. Uscirono in appendice all’edizione italiana del suo libro Der Mann auf der Brüke. Tagebuch aus Hiroshima und Nagasaki, apparso in italiano col titolo Essere o non essere, Einaudi, Torino 1961, nella traduzione di Renato Solmi. Una delle tesi ha questo titolo: Carattere totalitario della minaccia atomica. Anders scrive: «La tesi prediletta da Jaspers fino a Strauss suona: “La minaccia totalitaria può essere neutralizzata solo con la minaccia della distruzione totale”. È un argomento che non regge. 1) La bomba atomica è stata impiegata, e in una situazione in cui non c’era affatto il pericolo, per chi la impiegò, di soccombere a un potere totalitario. 2) L’argo-mento è un relitto dell’epoca del monopolio atomico; oggi è un argomento suicida. 3) Lo slogan “totalitario” è desunto da una situazione politica che non solo è già essenzialmente mutata, ma continuerà a cambiare; mentre la guerra atomica esclude ogni possibilità di trasformazione. 4) La minaccia della guerra atomica, della distruzione totale, è totalitaria per sua natura: poiché vive del ricatto e trasforma la terra in un solo Lager senza uscita. Adoperare, nel preteso interesse della libertà, l’assoluta privazione della stessa, è il non plus ultra dell’ipocrisia». Anche nella guerra attuale contro il terrorismo la minaccia atomica è stata ventilata più d’una volta dal ministro della difesa statunitense. Questo pensiero è suicida. Non ci sono soltanto i suicidi kamikaze. La pazzia onnidistruttiva è un male diffuso. Questa minaccia folle è un terrorismo totalitario. Il terrorismo è un male diffuso. La terra umana così minacciata è «un Lager senza uscita». Siamo nel «non plus ultra dell’ipocrisia». Nell’ultima delle sue tesi, Günther Anders scrive: «Non solo per quest’ultima tesi, ma per tutte quelle qui formulate, bisogna aggiungere che sono state scritte perché non risultino vere. Poiché esse potranno non avverarsi solo se terremo continuamente presente la loro alta probabilità, e se agiremo in conseguenza. Nulla di più terribile che aver ragione. Ma a quelli che, paralizzati dalla fosca probabilità della catastrofe, si perdono di coraggio, non resta altro che seguire, per amore degli uomini, la massima cinica: “Se siamo disperati, che ce ne importa? Continuiamo come se non lo fossimo!”». Enrico Peyretti |