Intertorinet

Sono un accanito utente dei mezzi pubblici. È da qualche anno che noto un singolare fenomeno. Mentre una volta era «proibito parlare al manovratore», ora sovente si forma, all’interno del mezzo, una piccola coda di persone che chiedono informazioni al tranviere. Non solo. Alle fermate spesso capita che qualcuno metta il piede dentro l’autobus impedendogli così di ripartire per chiedere «passa a Porta Nuova?», quando basterebbe un velocissimo sguardo al percorso indicato ad ogni fermata per avere la risposta. Il tranviere cerca di fornire una risposta, talvolta sbagliata. Ma tutti i passeggeri devono intanto attendere che l’interrogante ritiri il suo piede permettendo al mezzo di ripartire.

Praticamente mai capita di vedere qualcuno che consulti una pianta della città sul mezzo pubblico. Eppure con Tuttocittà ogni abbonato ai telefoni riceve ogni anno una pianta aggiornata. Pochi sono anche quelli che osservano le mappe situate presso molte fermate. E gli automobilisti? Anche per loro le mappe di ogni genere sono oggetti misteriosi e, piuttosto che consultarli, preferiscono vagare per delle ore.

Sono anche un accanito utente delle Ferrovie dello Stato. Ma ogni volta che compro il biglietto ci metto il doppio del dovuto in quanto molti chiedono allo sportello informazioni che potrebbero trovare facilmente con un’occhiata al tabellone delle partenze. L’Orario Ferroviario è addirittura un libro proibito.

Non si potrebbero istituire dei corsi di lettura di piante, cartine ed orari per aiutare la gente a navigare velocemente per città e regione? Ma forse questi corsi non incontrerebbero il favore dell’opinione pubblica. Cartine ed orari sono strumenti troppo semplici, troppo antiquati, troppo facili, troppo a buon prezzo, troppo lontani dalla sofisticatissima high tech.

Dario Oitana


 
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