ITALIA
Non è più uguale per tutti

Ho seguito a Torino un dibattito pubblico sulla giustizia, il 9 settembre 2002, e ho preso accurati appunti. Riferisco i contenuti senza i nomi degli intervenuti, per portare l'attenzione sui primi e non sui secondi. Naturalmente, non posso escludere di avere inteso male qualche passaggio secondario, ma garantisco sulla sostanza. Per ragioni di tempo, non ho potuto ascoltare l'ultima parte dell'ultimo intervento. e.p.
 

Un magistrato.

Tre dati della situazione italiana: 1) corruzione sistemica, che ha resistito anche a Mani Pulite; 2) collusioni di settori della politica e dell’economia con la mafia; 3) aggressione ai magistrati, da anni, perché non facciano emergere 1 e 2.

Alcune riforme discutibili volute dal governo di centro-sinistra: l’art. 513 c.p. (necessità di conferma delle dichiarazioni durante il dibattimento) permette assoluzioni di delinquenti denunciati da chi non può presentarsi (p. es. ragazzina albanese sfruttata, poi rimpatriata, assente al processo, gli sfruttatori sono assolti!); il “giusto processo” (nuovo art. 111 Costituzione) garantisce l’imputato più delle vittime e della sicurezza generale.

Oggi il processo penale è un percorso ad ostacoli, non è garantismo ma intralcio. Abbiamo di nuovo il “doppio processo”: uno per i “galantuomini” (quelli che possono pagare avvocati abili e costosi), un altro per la gente comune.

Uno pseudo-principio viene ossessivamente ripetuto: il consenso elettorale svincola dalle regole. Invece deve valere il primato della legalità, che oggi è messo in pericolo. La delegittimazione dei magistrati è delegittimazione della legge.

Un paragone: la società è la casa comune, il condominio; i parlamentari sono i custodi; i magistrati sono i cani da guardia. Oggi i cani da guardia sono presi a calci dai custodi.

La riforma del Csm (Consiglio Superiore della Magistratura) è la delegittimazione dei magistrati per legge: i membri, ridotti da 30 a 24, sono resi impotenti a lavorare, non potranno difendere l’indipendenza dei magistrati (anche perché questi, con i giudici di pace, ecc. sono cresciuti da 8.000 a 22.000).

Gravi minacce alla divisione dei poteri (cardine dello stato di diritto): una mozione del Senato osò condannare la sentenza del tribunale di Milano che interpretava, come è suo diritto, la sentenza della Corte Costituzionale (relativa alla presenza di un imputato parlamentare). Mozione condannata da 600 professori universitari.

«Quando si fa uno strappo alla legalità non si può prevedere dove lo strappo va a finire» (Gaetano Mosca, Che cosa è la mafia, 1900).

Un avvocato e docente.

Certe leggi criticate dai magistrati sono di garanzia del cittadino. La legislazione penale deve essere garantista: meglio un colpevole libero che un innocente condannato. Ma oggi la situazione non è normale. Ho firmato quel documento di centinaia di professori. La magistratura è attaccata.

Durante un processo “eccellente”, un avvocato che siede anche in Parlamento, vistasi respinta un’eccezione, ha minacciato un’interrogazione parlamentare; così ha confuso l’attività privata di difesa col potere pubblico di parlamentare.

I princìpi dell’art. 111 Cost. («giusto processo») sono giusti, ma l’abuso è recente, è di questa maggioranza. La quale, con la mera forza dei numeri, può cambiare la legislazione penale. Questa “riforma” fa paura. Le leggi fatte dagli avvocati-parlamentari di Forza Italia sono leggi perfettamente funzionali all’utile personale di Berlusconi.

L’abrogazione del falso in bilancio (una limitazione tale che di fatto lo abroga) significa semplicemente che le imprese possono accantonare denaro in nero, e questo serve ad esercitare impunemente la corruzione!

Ora stanno progettando di ridurre le pene per concussione e corruzione, il che significa rendere più breve la prescrizione e quindi l’estinzione di questi reati!

Con tutto ciò si va verso l’estinzione del diritto penale, cioè verso l’impunità garantita al mondo degli affari.

Le legge Pittelli (avviso di garanzia subito all’inizio delle indagini) fa rabbrividire anche un 
avvocato. Esempio: quella legge rende possibile il ricorso in Cassazione immediatamente dopo ogni ordinanza emessa durante un processo, che così viene sospeso; è vero che è sospesa anche la prescrizione, ma se la Cassazione respinge il ricorso dopo 6-7 mesi, il giudice ha bisogno di altri 6-7 mesi per fissare la nuova udienza. Di fatto un avvocato può bloccare un processo per anni. La Cassazione è intasata da migliaia di ricorsi. La giustizia è paralizzata.

Enormi poteri vengono dati alla Corte di Cassazione. Metà dei suoi giudici sono di nomina ministeriale. Alla Cassazione è attribuita la scuola di magistratura. Questi progetti sono la base del controllo politico della magistratura.

Molte sentenze sono state annullate nell’ultimo anno dalla Cassazione per motivi di fatto, mentre essa può giudicare solo i motivi di diritto. La tendenza è farne il giudice supremo, mentre la si lega al governo. C’è da essere estremamente preoccupati.

Un magistrato, oggi parlamentare.

La questione giustizia oggi riguarda tutti, non i soli addetti ai lavori.

Per la sinistra, giustizia significa anzitutto giustizia sociale. Ciò deve restare.

La giustizia dei tribunali è il braccio forte dei diritti conquistati (lavoro, uguaglianza, libertà, ecc.). La questione giustizia è oggi la questione della funzione statale che difende i diritti.

La sinistra è accusata di essere il “partito dei giudici”, ma è naturale che essa sia vicina ai giudici, perché il loro compito è la tutela dei diritti. Perciò il conflitto politico è un conflitto sulla giustizia, e viceversa.

Oggi c’è un altro significato di giustizia: come liberare Berlusconi dai processi! Il disegno complessivo è svincolare il ceto politico-finanziario dalla legalità. Questo procura a Berlusconi il consenso di quel ceto.

Altre leggi sono fatte a quello scopo: per es. i condoni. È una politica di salvezza personale. È il governo degli “affari propri”.

Come uscirne? Non dobbiamo disperare. «Ha sempre smesso di piovere» (Mark Twain). Passerà anche Berlusconi. Ma bisogna chiedersi come mai questa politica ha consenso. Qualche risposta: perché il servizio giustizia è il più debole di tutti gli apparati dello stato, e ciò per due motivi: la disfunzione fondamentale del sistema giustizia; l’insufficienza di una parte dei magistrati. Come migliorare magistrati e processi?

Nella riforma dei processi noi abbiamo avanzato esigenze anche nei confronti della magistratura. Il lavoro fatto in Senato (sembra accennare a qualche incontro con una parte della maggioranza) può dare qualche frutto. 

La giustizia senza i cittadini vuol dire cittadini senza giustizia. Bisogna costruire un sistema di aspettative di rendimento: cioè che i magistrati siano responsabili, ma non verso il governo! La strada giusta è la responsabilità interna, ma più stringente di quanto non sia stata nei primi 50 anni della Costituzione. Si tratta di responsabilizzare i magistrati a rendere giustizia con efficienza e in tempi giusti. La sinistra deve far questo, perché essa è difesa del cittadino debole.

Le garanzie hanno un costo (rallentano i processi), ma deve essere un costo accettabile. «La legge assicura una ragionevole durata del processo»: nel nuovo art. 111 della Costituzione è detto anche questo, ed è un dovere dello stato. Occorre un bilanciamento equilibrato tra le garanzie della difesa e la sollecitudine del processo. Ma questo governo coltiva soltanto lo scopo di liberare dal processo persone di alto livello! Per costoro vuole la difesa dal processo, non nel processo.

La legge Cirami nasconde con tre carte false la carta vera:

1) Dice che era da colmare un vuoto legislativo. Non è vero. La legge già tutelava il “legittimo sospetto” con varie garanzie articolate. La “legittima suspicione” abolita era servita, in realtà, a trasferire (e quindi manipolare) processi come il processo Matteotti, quello sullo spionaggio Fiat, Piazza Fontana e altri.

2) «La legge mette al riparo ogni cittadino da un giudice parziale». Non è vero. C’è già l’istituto della ricusazione, per un simile caso.

3) Il “legittimo sospetto” è una garanzia. Non è vero. È un ostacolo al processo.

La carta vera è questa: la legge è fatta per avvantaggiare Berlusconi e Previti.

Bisogna ricostituire il consenso dei cittadini per la giustizia, con un programma costruttivo, non solo denunciando le “leggi vergogna”. Bisogna allargare la fiducia nel “servizio giustizia”.

Un avvocato, oggi parlamentare.

Come parlamentare devo testimoniare: l’attuale legislazione giudiziaria supera la più nera immaginazione. Hanno perso ogni senso della vergogna e della dignità. Berlusconi, all’inizio della legislatura, aveva tre procedimenti per falso in bilancio: le leggi volute dal governo, e dunque da Berlusconi, sono leggi a favore di Berlusconi.

Legge sulle rogatorie: nasce da eccezioni dei difensori nel processo riguardante Berlusconi e Previti. Respinte dal tribunale, le eccezioni sono diventate legge ad opera degli avvocati-parlamentari. Non solo, ma una legge senza vacatio legis! utilizzata nel processo Previti due giorni dopo la pubblicazione!

Legge sul legittimo sospetto: il 3 luglio sentenza della Cassazione, sfavorevole; il 5 luglio depositata la legge Cirami; approvata al Senato il 2 agosto.

Un simile Parlamento non è più sovrano e indipendente, ma lacchè del governo! La maggioranza parlamentare è succube degli interessi personali di Berlusconi.

Legge sul conflitto di interessi: tutti incompatibili, salvo il proprietario, cioè Berlusconi!

Legge sul rientro dei capitali: un vero “monumento all’evasore ignoto”!

Stanno massacrando l’amministrazione della giustizia.

Enrico Peyretti


 
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