ALTROCINEMA /1 |
Questo non basta |
Stento a capire – oppure, capisco a stento – come l’ufficio ecumenico abbia potuto premiare L’ora di religione, di Bellocchio, vedendovi una ricerca di Dio. C’è una critica isterica di una religione ridicolmente ipocrita e speculatrice. Una religione descritta in termini fantastici ed esagerati (e con molto latino, anche sbagliato: il genitivo di spiritus non è spiritui!), troppo evidentemente irreali, cosicché diventa un bersaglio facile, di comodo, e la polemica risulta inefficace, inutile, colpisce a vuoto. Occasione perduta. La religione ipocrita esiste davvero, ma, colpita così, la sua difesa diventa facilmente vincente. Il regista parla della propria isteria, non della religione ipocrita. Il protagonista Ernesto, un bel po’ nevrotico, ateo, crede nell’amore e lo incontra, ma anche questo, come il precedente, si rivela subito fragilissimo, forse è un inganno: neppure l’amore esiste, se non come illusione. Bella è la poesia che incanta Ernesto, forse perché detta dal bel viso della maestrina, più che per il suo ritornello dal senso veramente religioso: «Anche questo non basta». E bellissima la demolizione virtuale dell’idolo del Vittoriano. Sono questi i due aspetti di vera religione, presenti nel film (all’insaputa dell’autore, si direbbe). Per un premio ecumenico «questo non basta». Oppure siamo ridotti a tal punto di deserto? E.P. |