TELEVISIONE
La prostituta e il pubblicano

Nessuno dei dirigenti l’ha licenziata né denunciata entro un’ora dalla trasmissione. Neppure l’hanno spedita in Nigeria, e in questo hanno fatto bene, perché là qualcuno è feroce con le donne solo perché donne. Anzi, l’hanno pagata un’enormità, a spese del popolo cretino, come usa in Rai per molti che non valgono niente. Una conduttrice, di cui non voglio sapere il nome, su Rai2, ha chiamato in trasmissione un bimbo di dieci anni a scegliere il nuovo compagno per la mamma. La stessa minorata morale ha indossato in tv una maglietta con la scritta «Dalla», voce del verbo «dare», rivolta alle donne.

Altro che crisi del Cda! In Rai, almeno nelle ore per tutti, c’è crisi mortale di cervelli e di minimo buon senso. Da anni ed anni inseguono lo squallore (eufemismo per dire altro) di Mediaset. Per aiutare l’ascesa al potere del miliardario che, alla domanda dei giudici sull’origine assai sospetta dei suoi primi miliardi, si avvale del diritto di non rispondere, come ogni ladruncolo, buttando nel cesso il dovere di responsabilità – cioè di rispondere – che qualifica l’uomo politico onesto.

Diventa ragionevole, se non impegnativa, la proposta di non pagare più il canone Rai. Meglio ancora, vivere senza queste tv, senza lasciarsi intossicare dagli avvelenatori professionali dell’etere, dirottatori di teste umane, venditori dei loro prodotti fecali, reclutatori di platee lobotomizzate (ma chiamate a votare e a comprare).

Se li incontrate per strada, sputate per terra. In faccia, potrebbero querelarvi. E, alla loro augurata morte, pregate, per pietà cristiana, che il loro purgatorio (se non esiste sarà creato apposta) sia breve, ma sufficiente per bruciare tutto il pelo sulla loro coscienza e così farli entrare nel paradiso promesso alle prostitute e ai pubblicani, quindi, poiché la misericordia di Dio è infinita, persino a costoro.

E.P.


 
 
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