LETTERE
Tra le cose marginali

Egregio Sig. Direttore, ho letto nel n. 295 l’articolo di Aldo Bodrato A ciascuno la sua croce. Crocefisso sì, crocefisso no nelle scuole e negli enti pubblici. In molte scuole è ormai entrato il clima di indifferenza al problema religioso nel rispetto – si giustifica – delle credenze diverse oggi presenti nel tessuto sociale. Così al posto della festa dei Santi... si esalta la festa di Halloween, al posto del natale va di moda babbo natale. Ci sono poi i miti, i simboli orientali...

Reincarnazione e credenze varie... Si interroghi a bruciapelo uno studente, non dico sui sette re di Roma o sui comandamenti, ma sul significato dell’avvento o del ramadan: avrai risposte approssimative, evasive, confuse. Se gli chiedi il perché di tanta arte, architettura, pittura, letteratura a sfondo religioso ti guarda inebetito. Egli è affascinato dai grandi stadi, dalle grandi autostrade, dai servizi più inimmaginabili dei telefonini e dei computer, ecc. Il tema religioso è sempre più confinato tra le cose marginali, poco importanti.

È giunto il tempo, penso, si smettere di difendere il crocefisso in aula come una bandiera di parte e di invitare piuttosto chi professa altra fede di affiancare il suo simbolo per proclamare forte assieme che senza credo religioso si travisa la storia e la vita non ha senso. Ognuno poi approfondisca la propria fede e, in clima di dialogo, «assieme» si cerchino i valori comuni: pace, giustizia, ordine, solidarietà. Perché farsi la guerra?

La preghiera di Assisi delle varie religioni non è una indicazione all’unione, al di là di ogni qualunquismo?

Il Card. Martini in uno scritto auspica che la Bibbia, il libro più diffuso in Europa, diventi lettura sistematica di ogni europeo, inclusi gli immigrati. In essa si riconoscono i cristiani, gli ebrei, i musulmani e ce n’è per tutti gli altri.

La Costituzione Europea, che dimentica il tema religioso, snobbando i segni evidenti di una civiltà ispirata nei secoli dalla religione cristiana, evidenzia in grande il cosiddetto «rispetto umano», diffuso tra i responsabili della scuola e della cultura... «Continuiamo a demolire i pilastri secolari della fede – mi diceva un amico – avremo in compenso un mucchio di macerie».

sac. Virginio Meloni
 

D’accordo senz’altro sull’ignoranza religiosa. Un’amica professoressa universitaria ci racconta che a un seminario di letteratura italiana solo un paio di studenti su 70 sapevano che cosa significasse l’espressione «Verbo incarnato»! D’accordo in particolare sulla diffusione della conoscenza biblica. Più perplessi, invece, sull’opportunità che la futura Costituzione europea faccia esplicito riferimento a Dio e alle radici cristiane della sua cultura. In realtà è importante che questo richiamo sia evidente nel cuore stesso della Costituzione e della sua impostazione. Non chi dice Signore, Signore, ma chi fa la volontà del Padre... Riconosciamo comunque che il tema meriterebbe una discussione più approfondita.

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